Page 290 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             Quadri storiografici
                Nell’affrontare il tema riguardando a come ciò è stato fatto in passato, emer-
             gono alcune questioni di natura metodologica che hanno viziato al fondo diver-
             se interpretazioni.
                anni prima delle celebrazioni del cinquantenario dalla fine della Grande guer-
             ra nel 1968, nel 1961 in Italia era già pienamente consapevole di tutto questo uno
             dei più incisivi capi dell’Ufficio storico della Marina del passato, l’ammiraglio
             Giuseppe Fioravanzo. Fu lui, allora, a segnalare quantomeno il tema dei luoghi
             delle basi navali italiane in adriatico tra 1914 e 1918, in un volume riassuntivo
             delle vicende della Forza armata dalle origini a quella data  (Fig. 1). Ma sempre
                                                                 4
             allora era di nuovo lui che aveva già realizzato – ancora nel 1936 – l’unico stu-
             dio significativo italiano sul tema delle basi navali in genere per le varie marine
             dei maggiori paesi nei diversi mari del globo in quel momento, oltre che sul lo-
             ro ruolo fondamentale a sostegno del potere marittimo di una qualsiasi nazione e
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             dell’Italia in particolare . D’altra parte, Fioravanzo il tema nella sua dimensione
             più vasta e completa lo conosceva bene perché era stato addetto allo Stato mag-
             giore del vice ammiraglio Thaon di Revel nel conflitto in esame. Nei medesimi
             anni trenta a seguire, era poi stato proprio il capo dell’Ufficio storico della Mari-
             na del tempo di Domenico Cavagnari: l’ammiraglio e sottosegretario di Stato nel
             governo di Benito Mussolini, che sviluppò la cosiddetta «grande Marina» italia-
             na appena prima della guerra mondiale successiva. Dopo quest’ultima, gli anni
             sessanta del novecento (quando Fioravanzo scrisse ciò cui ho accennato sopra) i
             tempi erano cambiati. perché erano quelli di quando – dopo gli eventi del 1940-
             1945 – l’ambito marittimo di competenza dell’Italia era stato ristretto quasi so-
             lo al mare adriatico, nel quadro del ruolo minimo di essa nella NaTo di allora e
             delle possibili operazioni di quest’ultima nel Mediterraneo contro il patto di Var-
             savia. Con questo retroterra culturale, fu a causa di tutto questo che ogni conside-
             razione sul lavoro della Regia Marina nella Grande guerra avanzata da Fioravan-
             zo in questo periodo fu limitata a quanto relativo al solo specifico – nella realtà
             troppo ristretto – teatro marittimo dell’adriatico di cui sopra.
                Molto più di recente, un equivoco altrettanto serio è derivato dalla gestione
             delle celebrazioni del centenario della prima guerra mondiale da parte della ap-
             posita Struttura di missione della presidenza del Consiglio dei Ministri, che nel
             censire i luoghi più significativi relativi al conflitto (comunque, senza mai guar-
             dare fuori della penisola) ha limitato il proprio lavoro al solo fronte alpino di
             nord-est. Lo stesso è accaduto per la maggioranza degli approfondimenti scien-
             tifici realizzati in occasione proprio del centenario, che in genere hanno lasciato

             4   FIoRaVaNzo GIUSEppE, La Marina militare nel suo primo secolo di vita (1861-1961),
                 Roma, Ufficio storico della Marina militare, 1961, p. 181.
             5   FIoRaVaNzo GIUSEppE, Basi navali, a cura di G. Giorgerini, (Milano 1936) Roma, Fo-
                 rum di relazioni internazionali, 2001.
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