Page 279 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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III SeSSIone - I CappellanI MIlItarI                                279



             Il rispetto e la memoria.
             Il culto della vita nell’onorare i caduti.



             gen. B. Marco CiAMPini     1




                  a prima Guerra Mondiale   è caratterizzata,
             L tra le altre cose e per la prima volta, da un
             enorme numero di perdite umane tra morti, feri-
             ti, mutilati e dispersi. Nelle guerre napoleoni-
             che, conflitti che nel 1914 erano considerate le
             guerre  più  sanguinose,  causarono  come  punta
             massima nella Campagna di Napoleone in Rus-
             sia circa 400.000 vittime, la metà delle perdite
             nella sola battaglia della Somme nel 1916, bat-
             taglia peraltro non affatto risolutiva. La guerra Franco-prussiana del 1870-71, il
             conflitto più sanguinoso tra le guerre napoleoniche e il 1914, causò circa 280.000
             morti tra i francesi e 45.000 tra i prussiani, a fronte di un volume di perdite nel
             primo Conflitto Mondiale approssimativamente stimabili in 13 milioni di morti.
             In definitiva l’incontro con la morte di massa, sconosciuto in passato, divenne
             realtà viva ed operante nel vissuto quotidiano collettivo delle popolazioni coin-
             volte e si sviluppò una diversa attenzione al “ruolo sociale” dei Caduti che nelle
             precedenti guerre venivano addirittura sepolti in fosse comuni senza alcuna at-
             tenzione. Cambia anche la tipologia della guerra, il conflitto diventa presto una
             guerra di logoramento tra forze contrapposte, schierate nelle trincee scavate nel-
             la terra che si fronteggiano spesso a poche decine di metri l’una dall’altra e dove
             i soldati rimanevano, per lunghissimi periodi, tra inenarrabili sofferenze. La trin-
             cea diviene quindi un mondo a sé stante, “il piccolo mondo della trincea”, come
             recita parte della letteratura coeva, esplicitando un sentimento diffuso nel quale
             si sviluppa un fortissimo sentimento di appartenenza, quasi di fratellanza, tra i
             commilitoni (il cameratismo); in tale contesto i Caduti diventano parte integran-
             te dei vivi, in quanto i soldati hanno bisogno di sentire come viva tutta la comu-
             nità della trincea. Tale bisogno, stante le proporzioni del conflitto e il coinvolgi-
             mento di tutta la popolazione, è sentito inoltre da tutta la Nazione e si sente la
             necessità, quindi, di far partecipare i Caduti all’intera comunità dei vivi attraver-
             so l’assunzione di due funzioni: i Caduti quale autorappresentazione nazionale e,


             1   Capo Ufficio Generale del Commissario Generale del Commissariato Generale per le ono-
                 ranze ai caduti.
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