Page 396 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             proclamata la repubblica turca. Nel frattempo l’occupazione militare di Adalia
             e Aydin fu gradualmente ritirata verso le costiere del Mediterraneo finché, nel
             1922, le poche unità rimaste furono definitivamente richiamate a Rodi. Anche
             il distaccamento a Gerusalemme durò relativamente poco, fino al febbraio del
             1921.

             Strategie e alleanze
             Visto il generale insuccesso dei progetti medio-orientali, è utile analizzare quali
             strategie adottava il governo italiano e quindi il motivo di questo fallimento.
             Innanzitutto è chiaro che gli alleati capivano benissimo l’interesse italiano nel
             mediterraneo orientale, così come la voglia di ridefinire i confini libici e stabiliz-
             zarsi contro il movimento senussita nel deserto. Ma, nonostante le dichiarazioni
             nel patto di Londra, prima, e gli Accordi di San Giovanni di Moriana dopo, dalla
             Francia e la Gran Bretagna non ci fu mai tanta voglia di collaborare al di fuori dal
             vecchio continente. Mentre le potenze dell’Intesa accettavano l’idea di un con-
             tribuito italiano sul fronte occidentale o richiedevano un aumento delle truppe
             italiane nei Balcani, non fu prevista una più stretta collaborazione in nord Africa
             nonostante il fatto che tutti e tre, come potenze coloniali, stessero combattendo
             nello stesso momento dei nemici comuni – i ribelli arabi e beduini.  I tentativi
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             di Sonnino e Colosimo di promuovere una strategia più attiva nel nord Africa o
             nel Medio Oriente furono bloccati sia dagli altri alleati che dal esercito stesso.
             Ma una strategia puramente politica non portava grandi risultati. Le richieste
             italiane si poggiavano spesso sul principio che ‘il mare unisce, non divide’ – un
             concetto presentato in modo dettagliato al convegno dell’Istituto Coloniale Ita-
             liano del 1911. Così come il Mediterraneo univa la Libia all’Italia, l’Adriatico
             univa l’Albania sempre ad essa, mentre l’Egeo univa l’Asia Minore alle isole del
             Dodecaneso (e infine, il Mar Rosso univa il Yemen all’Eritrea). Questa conce-
             zione non era ben vista dagli alleati (e forse neanche compresa): un fondamento
             per un progetto che, per i francesi e britannici, appariva come una pretesa ingiu-
             stificata dal punto di vista militare, politico o economico. Fondamentalmente,
             all’Italia mancarono le risorse per attuare un progetto così ampio. Già nel 1918 si
             cominciava a capire che, paradossalmente, solo i paesi che possedevano imperi
             molto grandi potevano permettersi il lusso diaumentare notevolmente le loro
             colonie. Le politiche della Gran Bretagna, marcate da un opportunismo assai
             cinico, e della Francia, focalizzata sulla conquista di nuovi ampi territori e della
             rivalità con gli inglesi, non lasciavano molto spazio per l’Italia, mentre ad essa
             mancavano le risorse militari ed economiche per affrontare in modo più decisivo
             la situazione. Anche per questo risultò fallimentare l’idea di una Mandato, sotto


             21  Su questi tentative vedi il carteggio di Giovanni ameglio nel archivio Centrale dello
                 Stato.
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