Page 391 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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V SeSSione - ProSPettiVe del 1918. Alcune StrAtegie Politico diPlomAtiche  391


             Federzoni e Gabriele D’Annunzio ma anche tanti sindaci, giornalisti, professori
             e rettori universitari, avvocati, archeologici, medici, ingegneri, addirittura alcuni
             prelati. Richiedevano, oltre ovviamente alle terre irredente, ritocchi ai confini
             della Libia e una sfera d’influenza estesa all’Etiopia e la cessione del Gibouti
             (colonia francese dal 1894) che – sosteneva la lettera – era inutile ai Francesi ma
             sarebbe stato di grande valore all’Italia. Nel Mar Rosso richiedevano il possesso
             delle isole Fasaran (dove fu trovato petrolio nel 1912) e la possibilità di qualche
             interesse nello Yemen. Però la maggior parte della lettera si occupava del medi-
             terraneo orientale, dove i firmatari pretendevano
                “L’Attribuzione all’Italia dell’Asia minore continentale e marittima con
                tutte le sue coste e tutti i suoi porti sul mare Egeo e sul Mediterraneo, e con
                le isole che per la loro vicinanza alla costa, fanno parte integrante del con-
                tinente (oltre a quelle già possedute dall’Italia). Spetterebbero alla Russia
                la costa e i porti del Mar Nero insieme con la zona litoranea di quel mare,
                limitata in gran parte a sud da catene di montagne e di alture approssima-
                tivamente parallele e vicine al litorale.”
             Questa richiesta era motivata così:
                “I sottoscritti sono di parere che l’Italia, occupando l’Asia Minore, non
                solo vedrà soddisfatta una sua legittima aspirazione ma renderà un ser-
                vizio  alla  concordia  europea.  Nessun’  altra  fra  le  grandi  potenze  della
                Quadruplice potrebbe occupare la totalità o una parte notevole di quella
                regione senza acquistare in Asia e nel Mediterraneo una preponderanza
                inaccettabile per le altre. L’Italia, invece, con la sua occupazione non farà
                che ristabilire quell’equilibrio mediterraneo già turbato a suo danno; e si
                troverà finalmente nella possibilità di aprire alla sua emigrazione gli sboc-
                chi che le sono indispensabili. Le altre potenze della Quadruplice in cui
                non si verifica questo fenomeno emigratorio devono riconoscere all’Italia
                il diritto che le viene dalla sua grave necessità.” 8
                Questo collegamento tra il bisogno di trovare terreni fertili per gli emigranti
             poveri e la voglia di nuove opportunità per investitori e capitali italiani non era
             un’idea unica, anzi si ritrova in parecchie iniziative del periodo. Ed era proprio
             l’Asia Minore che spesso fu dipinta come luogo più idoneo per entrambi gli sco-
             pi. Però i propositi non erano molto realistici per vari motivi tra cui la probabile
             reazione dell’Intesa. Nonostante la conclusione della lettera, che afferma che
             “L’Italia riconosce ed accetta gli interessi e le aspirazioni della Francia e quelle
             delle altre potenze della Quadruplice”, queste richieste sarebbero state davvero
             difficili da conciliare con l’interesse e le  aspirazioni degli altri alleati. Vale la



             8   aCS, presidenza del Consiglio di Ministri, [pCM] Guerra Europea 1915-1918, busta
                 138, 19.11.14, lettera datata 24 marzo 1917.
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