Page 387 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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V SeSSione - ProSPettiVe del 1918. Alcune StrAtegie Politico diPlomAtiche 387
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dopo l’umiliante armistizio firmato dai tedeschi a Compiègne (11 novembre) ,
Wilson si rifiutò di procedere a qualsiasi tipo di trattativa fino all’abdicazione del
Kaiser (28 novembre). Secondo Henry Kissinger, l’essenza dell’ingresso degli
Stati Uniti in guerra nella retorica wilsoniana era quello di una sostanziale “con-
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versione” di quest’ultima .
L’idea che la Germania fosse responsabile della guerra e che, come tale,
avrebbe dovuto essere trattata nelle trattative di pace, ad ogni modo, era altret-
tanto radicata in Europa e, in particolare, dal paese che più di ogni altro aveva
retto l’urto della macchina da guerra tedesca, la Francia. In un incontro che si
tenne a parigi nel dicembre 1918, infatti, il presidente francese Raymond poin-
caré riferì a Woodrow Wilson che «la Germania doveva essere punita per tutto
quanto aveva fatto con e durante la guerra» e che questo sarebbe stato il principio
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guida della partecipazione della Francia alla Conferenza . Tale posizione era
largamente condivisa, tanto che la Repubblica di Weimar non fu inizialmente ri-
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tenuta meritevole di essere ammessa nella Società delle Nazioni , che costituiva
agli occhi delle potenze vincitrici un riconoscimento politico troppo importante
per uno Stato che era considerato il principale responsabile dello scoppio della
Grande Guerra.
L’assenza di una chiara sconfitta militare tedesca, le caratteristiche dell’armi-
stizio di Compiègne e il dibattito sul trattamento della Germania, alimentarono
sin da subito il mito della pugnalata alla schiena dei “criminali di novembre”
– ossia il nuovo governo tedesco guidato dal cancelliere socialdemocratico Frie-
drich Ebert – ai danni dell’esercito tedesco. Da qui trasse la linfa originale il re-
visionismo tedesco, poi esasperato dai contenuti del Trattato di Versailles, e che,
successivamente, sarebbe stato cavalcato, fino alle sue estreme conseguenze, dal
regime nazionalsocialista.
Conclusioni
Come dimostrato dalla breve rassegna dei tre eventi qui riportati, la stabilità
dell’ordine internazionale del periodo interbellico fu messa in discussione già
nel 1918. Gli esiti della Grande guerra avevano segnato il tramonto del principio
monarchico e del Concerto europeo, che avevano contraddistinto il XIX secolo,
46 Tra le sue trentaquattro clausole, l’armistizio prevedeva: la consegna alle forze alleate di
5.000 cannoni, 25.000 mitragliatrici, 3.000 mortai e 1.400 aeroplani; la consegna di tutte le
navi da guerra moderne; la consegna a titolo di riparazione di 5.000 locomotive e 150.000
vagoni ferroviari; l’annullamento del trattato di Brest-Litovsk. Si veda RUDIN HaRRY, ar-
mistice, 1918, University of Michigan press, ann Harbor, 1967.
47 KISSINGER, L’arte…, cit., p. 167.
48 SCoTTÁ aNToNIo, La Conferenza di pace di parigi fra ieri e domani (1919-1920), Rubet-
tino, Roma, 2003.
49 Vi entrerà solo nel 1926, per poi uscirne nel 1933.