Page 385 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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V SeSSione - ProSPettiVe del 1918. Alcune StrAtegie Politico diPlomAtiche 385
uno Stato socialista con quelli capitalisti. Il 1918 rappresentò l’apice della sua
parabola politica, poiché a guerra civile in corso fu nominato comandante in
capo dell’armata rossa e commissario agli affari militari e navali, Secondo Trot-
sky, il quale divenuto commissario del popolo agli affari esteri nel 1917 aveva
dichiarato che «dopo aver emesso alcuni proclami rivoluzionari ai popoli del
mondo, chiuderemo bottega», la sola linea di condotta che avrebbe permesso la
difesa dello Stato socialista era quella della “rivoluzione permanente”. I bolsce-
vichi, che vedevano nella RSFSR e poi nell’URSS una causa prima ancora che
uno Stato, avrebbero così dovuto esportare il proprio regime politico all’estero
se non lo avessero voluto vedere soffocato dalla morsa dei paesi capitalisti che
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popolavano l’ambiente esterno .
Sebbene il principio della “coesistenza” fu presto affermato con la sottoscri-
zione del Trattato di Brest-Litovsk, la RSFSR avviò una politica di sostegno alle
rivoluzioni comuniste favorita dal perdurare della Grande guerra. È in questo
contesto che si rivelarono le sue capacità di contagio e sovversione, con l’istitu-
zione in Germania e in Ungheria di strutture di governo ispirate al modello dei
soviet e lo scoppio di micce rivoluzionarie in Belgio, paesi passi e Finlandia .
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Negli anni successivi, altre rivolte ispirate e/o sostenute dai bolscevichi presero
forma con un’intensità variabile in Italia, Spagna, Scozia, argentina, paesi Bas-
si, Irlanda, persia, Romania, polonia, Mongolia e Cina, oltre che nuovamente in
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Germania . per tutta risposta, inglesi, francesi, americani, italiani e cecoslovac-
chi per arrestare questo contagio offrirono l’appoggio internazionale alle forze
controrivoluzionarie della cosiddetta “armata bianca” condotta dai generali an-
ton Denikin e Nikolai Yudenich e dall’ammiraglio aleksandr Kolchak . Quella
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che prese forma tra i vincitori della Grande guerra e la RSFSR/URSS fu, quindi,
una pace “bellicosa”, in quanto entrambe le parti finirono per interagire con l’al-
tra cercando di sottrarre le rispettive popolazioni «all’autorità amministrativa e
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morale del potere costituito» .
Il principale lascito dell’approccio rivoluzionario alla politica internazionale,
che resistette anche dopo la dichiarazione del Ministro degli Esteri Georgi Cice-
rin sulla necessità di una politica estera più tradizionale (1920) e la vittoria della
tesi staliniana del “socialismo in un solo paese” su quella trotskista della “rivolu-
35 TRoTSKY LEV, The History of the Russian Revolution, pathfinder press, New York, 1987
(ed. or. 1932).
36 NoLTE, op. cit., pp. 47-70.
37 FERGUSoN, op. cit., pp. 161-173.
38 BIaGINI aNToNELLo, In Russia tra guerra e rivoluzione. La missione militare italiana
1915-1918, Nuova Cultura, Roma, 2010.
39 Ivi, p. 205.