Page 392 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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392 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
pena notare che, già quando fu spedito quest’appello al Premier Boselli, la rivo-
luzione russa contro lo Zar metteva in gioco qualsiasi decisione presa per quanto
riguarda l’Asia Minore e i confini con la Russia. Ma, di fronte a questa lettera
e altre iniziative del genere, il governo sviluppava dei progetti concreti per un
impero nel Mediterraneo Orientale. Qui vorrei indagare sulle strategie politiche
e militari che l’Italia adottava nei confronti dei suoi alleati negli ultimi anni di
guerra.
San Giovanni di Moriana
Il primo passo verso questa visione dell’Italia era la formalizzazione degli ac-
cordi di San Giovanni di Moriana, nel aprile 1917. Questi erano i primi accordi
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su questioni territoriali fuori dell’Europa, essendo queste zone state lasciate fuori
dal Patto di Londra, ed erano in parte un riconoscimento della delusione, nonché
rabbia, provata dal governo italiano quando finalmente nel ottobre 1916 si erano
scoperti i contenuti del famoso patto Sykes-Picot nel quale, nel maggio di quell’
anno, i francesi e gli inglesi avevano diviso in due tutto il Medio Oriente a favore
loro e a discapito dell’Italia. Sonnino credette che i termini di questo accordo
violassero i termini dell’articolo 9 del Patto di Londra e sostenne che un’equa
ridistribuzione dei territori turchi alla fine della guerra avrebbe visto non solo
Adalia ma anche Aydin, Konya, Mersina e il più controverso di tutti, Smirne. In
una serie di incontri nella primavera del 1917, gli alleati riuscirono finalmente a
mettersi d’accordo accettando in effetti la maggior parte delle richieste di Sonni-
no e chiedendo in cambio che l’Italia accettasse l’entrata in guerra della Grecia
al fianco dell’Intesa, con Eleutherios Venizelos al governo. 10
In realtà, questi accordi non sarebbero mai stati applicati: l’uscita della Russia
della guerra impediva che quest’ultima firmasse tali accordi, accordi che senza di
essa non avrebbero avuto alcun valore. O almeno così ragionavano gli inglesi e i
francesi subito dopo la guerra, quando al congresso di Parigi mostravano di non
avere nessun’intenzione d’onorare gli impegni presi nel 1917. Per entrambi, ma
soprattutto per la Gran Bretagna, la politica verso il Medio Oriente era radical-
mente cambiata e nessuna delle due voleva essere costretta dagli accordi firmati
in tempo di guerra. Ancora più importante, però, era l’entrata in guerra degli
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Stati Uniti. La visione Wilsoniana d’auto-determinazione nazionale era estesa
9 Su questi accordi mancano purtroppo degli studi aggiornati e soprattutto transnazionali:
si rimanda all’opera ancora valida di ToSCaNo MaRIo, Gli accordi di San Giovanni di
Moriana; storia diplomatica dell’intervento italiano. II. (1916-1917), Giuffré, Milano, 1936.
10 Stefano MaRCUzzI STEFaNo, ‘a Machiavellian ally? Italy in the Entente (1914-
1918)’, in Italy in the Era of the Great War, curata da WILCoX VaNDa, Brill, Leiden,
2018, pp. 110–13.
11 HELMREICH, paUL C., ‘Italy and the anglo-French Repudiation of the 1917 St. Jean
de Maurienne agreement’, The Journal of Modern History 48, no. 2 (1976): 100–101.