Page 423 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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Relazioni di chiusuRa                                               423


             l’artiglieria non aveva potuto far sentire il suo peso con la consueta efficacia ed
             era emersa la scarsa abitudine al combattimento in campo aperto. Nell’estate di
             tutto questo si sarebbe tenuto conto nell’addestramento individuale e di reparto
             con l’obiettivo di sviluppare l’attitudine ad agire al di fuori degli schemi della
             trincea e preparare i reparti alla manovra d’insieme con l’impiego di tutti i mezzi
             a disposizione.
                Queste considerazioni si tradussero nelle direttive sull’impiego della divisio-
             ne emanate all’inizio dell’autunno, direttive che rappresentavano la sintesi dell’e-
             sperienza maturata e raccoglievano gli insegnamenti derivati dall’analisi delle
             vicende sugli altri fronti del conflitto. Come tali non rinnegavano il contenuto
             delle dottrine d’anteguerra ma lo attualizzavano tenendo conto del consolidarsi
             dei nuovi procedimenti tattici della difesa elastica e della tendenza ad alleggerire
             le formazioni. Restavano però sullo sfondo le soluzioni più innovative, proprie
             dell’attacco per infiltrazione di matrice tedesca, per le quali erano necessarie una
             preparazione dei quadri e delle truppe, e una dotazione di armi d’appoggio, che,
             nonostante le trasformazioni in atto, non erano ancora patrimonio comune della
             fanteria italiana. Le formazioni d’attacco continuarono perciò ad avere molto in
             comune con le ben note ondate d’assalto, sia pure alleggerite e diradate rispetto
             al passato, piuttosto che con l’avanzata a sbalzi e in ordine sparso di squadre di
             una decina di uomini, imperniate su una mitragliatrice leggera, caratterizzante i
             nuovi metodi di combattimento messi in auge dall’esercito germanico.
                Dal momento che la difesa era articolata in una successione di sistemi forti-
             ficati, l’azione offensiva doveva svilupparsi su un fronte di ampiezza proporzio-
             nata alle dimensioni della massa destinata a irrompere nella breccia e con una
             successione incalzante di sforzi nel senso della profondità, schierando a soste-
             gno della fanteria una massa di bocche da fuoco di vario calibro con compiti di
             distruzione, neutralizzazione, annientamento, interdizione, accompagnamento e
             sbarramento, distribuite nella misura di un pezzo di medio o grosso calibro ogni
             20-30 metri di fronte e uno di piccolo calibro ogni 20-25. Di contro le caratteri-
             stiche salienti dell’azione difensiva erano individuate nella sistemazione del ter-
             reno, essenziale per massimizzare il rendimento delle proprie forze e rovesciare
             un rapporto inizialmente sfavorevole, e nello scaglionamento in profondità, mi-
             rato a garantire la capacità di reagire con azioni controffensive, accantonando
             definitivamente il concetto di linea, basata su più ordini di trincee continue, a
             favore di quello di striscia, definita come insieme di capisaldi distesi nel senso
             della fronte e variamente ordinati a scacchiera, studiato per diluire su più obiet-
             tivi l’azione dell’artiglieria avversaria e assorbire l’urto in una struttura in grado
             di logorare le forze dell’attaccante fino ad annullarne il margine iniziale di supe-
             riorità. Il concorso dell’artiglieria doveva concretizzarsi nel tiro di sbarramento e
             soprattutto nella contropreparazione, mirata a ostacolare i preparativi dell’avver-
             sario e a distruggerne le forze durante la radunata sulle linee di partenza. Tuttavia
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