Page 221 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Il Nucleo Speciale di Polizia Giudiziaria di Torino
la strada statale Genova-Torino-Torriglia-Bobbio-Piacenza. Luciano Seno ricorda
che l’unica informazione di cui si disponeva era relativa a un elenco di partecipanti a
un convegno del Collettivo Politico Metropolitano e Sinistra Proletaria stilato alcuni
anni prima, l’1 novembre 1969, presso l’albergo Stella Maris di Chiavari (GE). Tra i
presenti a quel convegno vi erano molti di coloro che promuoveranno la costituzione
e faranno parte dei principali gruppi terroristici, in primis le Brigate Rosse.
I sequestratori di Sossi si fecero vivi più volte, attraverso la diffusione di comunicati
numerati progressivamente, all’interno dei quali si leggevano, oltre alle loro rivendica-
zioni sociali e politiche in nome della lotta armata per la conquista del potere da parte
del proletariato, anche la richiesta per la liberazione dell’ostaggio, che pretendeva la
remissione in libertà di 8 terroristi detenuti del carcere di Marassi, appartenenti al
gruppo «XXII ottobre», imputati dell’assassinio del fattorino portavalori Alessandro
Floris , avvenuto a Genova il 26 marzo 1971, durante un tentativo di rapina per 217
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autofinanziare il gruppo armato.
Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Genova, Dr. Francesco Coco (ma-
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gistrato di elevatissime qualità morali, umane e professionali, già Capo della Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Genova), si oppose fermamente alla decisione presa
dalla Corte d’Assise d’Appello di concedere d’ufficio il beneficio agli otto terroristi, impu-
12 Genova, 26 marzo 1971. Due persone tentarono una rapina per autofinanziare il proprio gruppo
terroristico e a tal fine aggredirono Alessandro Floris – fattorino portavalori dell’Istituto Autonomo
Case Popolari – che aveva prelevato in banca una ingente somma di denaro per conto dell’Ente.
L’uomo cercò di bloccare i rapinatori in fuga aggrappandosi alla caviglia di uno di essi, che lo
uccise, però, con un colpo di pistola. Grazie alla foto scattata da un passante, gli autori del fatto
e un loro complice furono arrestati e, in seguito, condannati. Emergerà trattarsi di esponenti di
spicco del gruppo terroristico «XXII ottobre» che si era costituito a Genova nel 1969 e che qui
era stato attivo fino al 1971, quando – a causa delle indagini sulla rapina ai danni di Floris e della
conseguente individuazione di gran parte dei suoi militanti o fiancheggiatori – aveva finito per
dissolversi aderendo ai «Gruppi di Azione Partigiana» (Gap) e più tardi alle «Brigate Rosse». Per
evidenziare il rilievo che l’omicidio di Floris ebbe per le organizzazioni terroristiche di estrema
sinistra e la importanza rivestita per esse dagli arresti effettuati, è sufficiente ricordare che nel 1978
e nel 1974 le «Brigate Rosse» chiesero il rilascio degli arrestati come «parte» del «prezzo» per
la liberazione dell’on. Aldo Moro e del magistrato Mario Sossi. Quest’ultimo peraltro era stato
rapito dalle BR il 18 aprile 1974, specie per aver sostenuto l’accusa nel processo contro il gruppo
«XXII ottobre». Al procuratore generale presso la Corte di Appello di Genova, dott. Francesco
Coco, la opposizione al rilascio degli arrestati costò poi la vita: le «Brigate Rosse» lo uccisero l’8
giugno 1976 (tratto dal volume Per le vittime del terrorismo nell’Italia repubblicana, stampato nel 2008
dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per conto della Presidenza della Repubblica).
13 Genova, 8 giugno 1076. Il Dott. Francesco Coco, Procuratore Generale della Repubblica presso
la Corte d’Appello di Genova, fu ucciso nei pressi della sua abitazione. Gli attentatori gli esplo-
sero alle spalle numerosi colpi di pistola. Nell’occasione uccisero spietatamente anche l’Agente
(di Pubblica Sicurezza) addetto alla tutela, Giovanni Saponara e l’Appuntato (dei Carabinieri)
Antioco Deiana che era rimasto all’interno dell’auto di scorta. L’omicidio del Dott. Coco, presu-
mibilmente già programmato per il 5 giugno – primo anniversario della morte di una terrorista
appartenente al «nucleo storico» delle Brigate Rosse – fu rivendicato dalle Brigate Rosse come
una «rappresaglia esemplare» per il comportamento che il Magistrato aveva tenuto dopo la libera-
zione del Sostituto Procuratore della Repubblica Mario Sossi. Quest’ultimo era stato sequestrato
dalle BR dal 18 aprile al 20 maggio 1974, per aver inquisito appartenenti al gruppo di estrema
sinistra «XXII ottobre», cui era riferibile, tra l’altro, l’omicidio di Alessandro Floris. Per ottenere
la liberazione del Dott. Sossi, la Corte d’Assise d’Appello di Genova – aderendo alle richieste dei
brigatisti – aveva concesso la libertà provvisoria ad alcuni detenuti del gruppo, subordinandone
però la effettiva scarcerazione al fatto che fosse assicurata la integrità fisica del sequestrato. Il
Dott. Sossi fu liberato, ma il Dott. Coco non fece eseguire la ordinanza di scarcerazione. Rite-
nendo che non ricorressero le condizioni cui tale scarcerazione era stata subordinata, impugnò
il provvedimento della Corte d’Assise d’Appello ottenendone l’annullamento in Cassazione. Il
31 marzo 1977 fu insignito della Medaglia d’Oro al valor Civile alla memoria (tratto dal volume
Per le vittime del terrorismo nell’Italia repubblicana, cit.).