Page 192 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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consistenza erano rari. Solo Rodi e Atene, a causa forse di una comune Wel-
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                 9    Questa è la conclu-  tanschauung   del personale presente, furono una eccezione in questi rapporti
                   sione a cui giunge il   italo-tedeschi formalmente cordialissimi e concretamente molto freddi, la cui
                   rapporto nei riguar-
                   di  della  collabora-  essenza fu chiara a tutti fin dal giorno successivo  all’armistizio.
                   zione ad Atene e nel
                   Dodecaneso.        Per la Russia non ci fu alcun collegamento tra tedeschi e italiani ma solo un
                                   tentativo da parte dei nazisti di monopolizzare e centralizzare il Servizio Inter-
                                   cettazioni, nonostante gli italiani fossero già presenti sul territorio con ottimi
                                   risultati.
                                      Al momento dell’armistizio gran parte dei documenti della Sezione furono
                                   distrutti, alcuni conservati nelle cantine di Via Poli 48 e altri nelle cantine della
                                   villa di Badoglio; una parte dei documenti crittografici (codici stranieri com-
                                   presi) furono portati nell’Italia settentrionale dagli uomini del S.I.D., a Casti-
                                   glion delle Stiviere esattamente, dove in parte furono distrutti all’arrivo degli
                                   anglo-americani.
                                      Gamba descrisse nelle sue dichiarazioni che l’organizzazione della critto-
                                   grafia era come una tribuna per ‘dilettanti’ perché allo Stato Maggiore Gene-
                                   rale non avevano mai adeguatamente considerato il lavoro di intercettazione
                                   e decifratura, negando di conseguenza fondi e uomini per incrementarne il
                                   rendimento. In compenso la professionalità dei crittografi italiani fu poi rico-
                                   nosciuta dagli anglo-americani.
                                      Proprio  per  questa  ragione,  alla  fine  del  conflitto,  gli  alleati  riflettevano
                                   sull’opportunità di concedere all’Italia di avere un proprio Servizio Intercetta-
                                   zioni, così come in un primo tempo avevano avuto dubbi se il controspionag-
                                   gio italiano potesse essere svolto anche fuori dal territorio metropolitano.
                                      I vantaggi nel permettere la costituzione di un Servizio Intercettazioni, con-
                                   sistevano nell’assicurare agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna un costante flusso
                                   informativo  in campo diplomatico e militare. Ritenevano che quindi sarebbe
                                   stato utile
                                      a)  continuare il lavoro iniziato mentre alcuni degli esperti conosciuti e ad-
                                         destrati erano ancora in servizio o in vita, per profittare della loro profes-
                                         sionalità;
                                      b)  controllare e migliorare la sicurezza delle intercettazioni italiane;
                                      c)  fare tesoro dell’esperienza maturata dagli italiani, prima dal contatto con
                                         i tedeschi, poi dalla collaborazione con gli alleati.
                                      Se l’operazione avesse avuto successo, sarebbe stato più facile neutralizzare
                                   lo spionaggio nemico, soprattutto dell’U.R.S.S. e degli stati satelliti, zone per le
                                   quali gli italiani avevano dimostrato grandi capacità di penetrazione e decifra-
                                   zione delle comunicazioni.
                                      Coloro che aiutarono a ricostruire la storia della Sezione Crittografica del
                                   S.I.M. negli interrogatori fatti dal C.S.D.I.C. furono, tra gli altri, lo stesso gene-
                                   rale Gamba; i capitani Gramola, Biagi, Bigi, Kossovitch e Buonvino; i tenenti
                                   colonnelli Serragli, Salaris, Vassallo Todaro, tutti appartenenti alle tre Forze
                                   Armate.





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