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324 XXXIV Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm
Civili e militari italiani in Spagna durante la Prima Guerra
Mondiale: i servizi d’informazione *
FERNANDO GARCíA SANz
abbiamo già esposto schematicamente altrove le ragioni in base alle quali gli alleati si
proposero di creare, in Spagna, alcune “strutture di informazione” che fossero in grado di
rispondere efficacemente al ruolo che il Paese iberico stava assumendo a fronte delle nuove
prospettive apertesi dagli sviluppi della guerra, soprattutto a partire dall’autunno del 1915,
e cioè, dal prolungarsi indefinito del conflitto e dalla nuova strategia navale intrapresa dalla
Germania . Come per altrettanti e diversi aspetti della Prima Guerra Mondiale, nasceva,
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infatti, la necessità, anche sul terreno dell’informazione, di dare una risposta rapida a un’esi-
genza che non era stata prevista, anzi, che non era stata nemmeno contemplata in via ipoteti-
ca. Risultava perciò tutto un po’ improvvisato e si dovette aspettare qualche tempo prima di
poter mettere a punto uno strumento capace di assicurare i fini propostisi.
Si era stati talmente lontani anche solo dall’immaginare che la Spagna fosse potuta diven-
tare un soggetto di rilievo nelle dinamiche del conflitto che, tra febbraio e giugno del 1915,
il generale Cadorna si era impegnato a lasciare vacante, anzi addirittura a far scomparire del
tutto, il posto di Addetto Militare dell’Ambasciata d’Italia a Madrid, a ragione – così motiva-
va – dell’irrilevanza dell’incarico, cioè della stessa Spagna da un punto di vista strettamente
militare. Aveva allora colto l’opportunità offerta dalla promozione dell’allora capitano Mau-
rizio Marsengo, a capo di quell’ufficio, per farlo rientrare in Italia e lasciare il posto senza
copertura. Solo in risposta alle richieste dell’Ambasciatore Lelio Bonin Longare, Cadorna
concesse di conservare sul posto il Marsengo nonostante la promozione, seppur in maniera
provvisoria e mettendo tuttavia ben in chiaro che lo si consentiva per ragioni esclusivamente
diplomatiche, non militari, e che comunque alla prima occasione si sarebbe portato a termine
il progetto di rimpatrio e di cessazione dell’incarico . É per questo motivo che Marsengo,
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dietro propria richiesta, lasciò Madrid nel mese di giugno per incorporarsi a un posto di com-
battimento, ed è per lo stesso motivo che non si ebbe troppa fretta di nominare un sostituto.
Solo a settembre arrivò in Spagna con l’incarico di aggregato il Conte Giuseppe Sannazzaro,
capitano di complemento dell’Arma di cavalleria .
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* Questo studio è parte del progetto di ricerca (MEC, HUM2006-01933/HIST) Contraespionaje, seguridad y
relaciones internacionales en España durante la Primera Guerra Mundial.
1 Vid. García Sanz, Fernando, “Información, espionaje y contraespionaje en España durante la Primera Guerra
Mundial: esquema del modelo italiano”, in Revista de Historia Militar, a. XLIX (2005, Nº Extraordinario),
pp. 147-178.
2 Bonin avvertì della ripercussione che questa misura avrebbe avuto in Spagna, dal momento che nemmeno i
belligeranti avevano ritirato la propria rappresentanza militare presente a Madrid e, soprattutto, dell’effetto
che avrebbe suscitato in Alfonso XIII. Vid. Archivio del Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito
(AUSSME), F-1 fondo Comando Supremo-vari uffici, b. 249, fasc. 4.
3 Giuseppe Sannazzaro Natta rivestì l’incarico di aggregato militare a Madrid dal settembre del 1915 a luglio
del 1918. Promosso Maggiore per “meriti speciali” nel 1917, nel maggio 1918 richiese e gli fu concesso di
entrare in una unità di combattimento al fronte. Sulle qualità che doveva possedere un aggregato militare a