Page 329 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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nelle acque spagnole, col mero fine, nella misura del possibile, di seguirne i movimenti nel
Mediterraneo. Peraltro per l’Italia, a differenza che per gli alleati, l’area prioritaria dove con-
centrare tutta l’attenzione era quasi esclusivamente quella del Levante spagnolo. Ben presto
però si presentò la necessità di coprire anche altri fronti, e la Spagna è troppo vasta per poter
portare a termine un’operazione di queste caratteristiche con limitate risorse, sia umane che
finanziarie. Quindi, anche se la tipologia degli agenti fu piuttosto variegata, non tutti rispose-
ro alle stesse caratteristiche perchè le missioni alle quali dovettero far fronte furono di natura
tra loro molto diversa.
Si creò una struttura gerarchica molto simile, per altro verso, a quella del servizio di spio-
naggio tedesco o ai servizi d’informazione e controspionaggio alleato. A questo proposito e
in linea generale, l’organigramma italiano appariva capeggiato dall’Aggregato Navale, senza
alcun dubbio e sotto tutti i punti di vista posto al vertice dell’intera struttura. Al secondo li-
vello si trovavano gli Informatori o agenti segreti, un ridottissimo numero di uomini (durante
l’intero periodo bellico non arrivarono a più di dieci unità) incaricati di zone/settori specifici
e di missioni delicate o di fiducia. Si trattava solitamente di adepti del mondo dell’infor-
mazione – molto pochi – o di capitani della Marina mercantile reclutati appositamente in
virtù di qualche loro merito specifico. Ricevevano un (buon) salario mensile fisso. I salari e
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le spese di questi agenti erano gli unici costi a carico diretto ed esclusivo dell’Ufficio IV .
Il terzo livello era composto dagli informatori reclutati tra gli uomini della Marina (Corpo
Reale Equipaggi) o tra gli aggregati del Regio Esercito. erano questi ultimi, a dire il vero,
gli informatori di prima linea, quelli cioè sui quali ricadeva il peso maggiore delle attività
connesse con quest’attività. Il loro numero era circa il doppio degli antecedenti, e ricevevano
un salario commisurato al loro grado oltre al rimborso spese e agli eventuali supplementi che
si stabilivano a seconda delle loro capacità. Per quanto possa apparire strano, a quell’epoca
non si dava per scontato che si sapesse scrivere a macchina, utilizzare una macchina fotogra-
fica o guidare una motocicletta, tre abilità che furono invece tra le più richieste tra gli agenti
segreti.
il livello successivo era occupato dagli informatori o agenti volontari. Un numero piut-
tosto elevato di italiani residenti in Spagna, generalmente non militari, e che erano dotati di
un’abitazione, di una professione, di contatti e di una posizione sociale sufficientemente rile-
vanti da poter aver accesso ad informazioni di un qualche interesse. Non ricevevano alcuna
retribuzione per la loro collaborazione, al contrario, dovevano farsi carico delle spese delle
loro attività e tentavano di compiere il loro lavoro nel miglior modo possibile, ed era anzi per
lo più consueto che questi agenti assumessero degli informatori locali in cambio di modesti
compensi che sborsavano di tasca propria.
Il nostro obiettivo principale è quello di soffermare l’analisi sulle attività condotte da que-
sti uomini, di riscattarle dall’oblio, mettendo anzi in evidenza – seppur sommariamente – le
loro azioni e il loro contributo, un contributo offerto dal mondo civile, allo sforzo bellico so-
13 Direttamente dipendente dal Capo di Stato Maggiore della Marina, è il dipartimento incaricato delle infor-
mazioni segrete con autonomia disciplinare ed amministrativa, sotto il comando del Capitano di Vascello
Ugo Conz. Aveva il controllo sulle attività dei servizi d’informazione gestiti dagli Aggregati Navali. Nel
maggio del 1918 il IV Reparto passò agli ordini del Capitano di Vascello Augusto Capon, giacché Conz fu
mandato al comando della Cavour.