Page 331 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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rrocarriles del Norte (10 Sección, Vias y Obras). Seppur avesse già in precedenza elaborato
rapporti informativi destinati all’Aggregato Militare, fu contattato da Luce e assunto per il
servizio d’informazione della Marina solo nel giugno del 1916. Nella sua attività si mosse
con disinvoltura e senza sollevare sospetti su un vasto territorio, anche se ebbe il suo centro
a Bilbao, dove superò di gran lunga il Console onorario d’Italia, lo spagnolo Cirilo Vallejo.
Grazie al lavoro svolto, Gabbia si meritò il riconoscimento di Roma e il conferimento del
titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Il luogo d’azione di Camillo Sclaverani, che prima di mettersi al servizio esclusivo della
Marina aveva già prestato servizio anche collaborando con l’Aggregato Militare, ebbe in-
vece quale epicentro l’importante nucleo di comunicazioni di Castro Urdiales. Sclaverani,
nome in codice Slavo, gestiva differenti attività connesse con il mondo della pesca e delle
conserve alimentari, ma era – soprattutto – un personaggio ben noto e rispettato della società
di Castro Urdiales. Una delle sue prime operazioni di successo, nel giugno 1916, fu quella
di manomettere il funzionamento di una stazione radio istallata dai tedeschi nella residenza
di un ricco proprietario locale. al pari degli altri agenti volontari del Nord, concentrò la sua
attenzione anche nella stesura di relazioni sul funzionamento locale dello spionaggio nemico,
stilando liste di agenti e dei loro collaboratori spagnoli. Richiamato al fronte nel 1917, fu de-
ciso - su richiesta dell’Aggregato Navale - di farlo restare in Spagna con il grado di sergente.
Messo a capo del coordinamento della propaganda e degli agenti italiani che operavano nel
Nord della Spagna, fu titolare dal maggio del 1917 della rappresentanza consolare. Insistette
ripetutamente sull’inadeguatezza dello spagnolo Miguel López Dóriga all’incarico che de-
teneva di rappresentante onorario del consolato d’Italia a Santander, un personaggio contro
il quale Sclaverani mosse addirittura accuse di simpatizzare per la Germania, e ribadendo
l’importanza strategica di quel porto e territorio per gli interessi italiani riuscì a far sì che il
ministero degli Affari Esteri rimovesse lo spagnolo per nominare al suo posto un rappresen-
tante consolare di carriera, il Conte Giuseppe Giacchi.
La frontiera con la Francia era una zona molto delicata che si prestava più di altre alle
attività di spionaggio e al passaggio di soggetti dediti alle più varie tipologie di attività clan-
destine. A San Sebastián, per l’Italia, dal maggio del 1916 vi fu Edgardo Balbis, nome in
codice Back. Comproprietario del famoso Hotel María Cristina, deteneva anche le funzioni
di viceconsole onorario. aveva i suoi agenti, tutti spagnoli, che pagava di tasca propria. Fu in
grado di stabilire ottime relazioni con agenti francesi e inglesi dai quali otteneva informazio-
ni e con i quali collaborò di tanto in tanto correndo gravi pericoli e coraggiosamente: nella
notte del 17 maggio 1917, insieme a un agente inglese ed a un gruppo di spagnoli contrattati
(tra loro si trovava anche uno dei suoi collaboratori occasionali, Demetrio Goñi), partecipò
personalmente all’assalto ad una stazione radio che i tedeschi avevano istallato in una casa
sul monte San Marcos (Rentería). In quell’occasione riuscirono a rubare un radiotrasmetti-
tore che rimase nascosto per oltre un mese al María Cristina. Quando poi i tedeschi riusci-
rono a scoprirlo e cominciarono a vigilare permanentemente l’Hotel, Balbis fece sparire il
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radiotrasmettitore riuscendo a trasportarlo clandestinamente in Francia . interessato anche
17 Uno dei suoi più importanti collaboratori fu Antonio Inurrieta, gran commerciante di generi alimentari resi-
dente a San Sebastián, il quale aveva al suo servizio tre informatori di provata esperienza. Si distinse per la
localizzazione e il furto di stazioni radio tedesche stanziate sulle coste della Guipúzcoa.