Page 328 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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328 XXXIV Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm
casse un’attività enorme e che si traduceva, a sua volta e conseguentemente, in una ingen-
te quantità di documentazione, di lettere informative e di telegrammi che dovevano essere
messi in cifra e poi decifrati. Questa mole di lavoro, che venne accumulandosi nel corso del
tempo, fu sostenuta da un numero assai ridotto di persone, tutti uomini di differenti origini e
qualificazioni, e con mezzi sempre assai inferiori rispetto a quelli a disposizione del resto dei
servizi d’informazione alleati 1111 .
Chi erano gli agenti? In uno dei documenti dove si stabilivano le basi del servizio d’infor-
mazione che si voleva creare in Spagna (“schema di programma per il servizio di informa-
zioni e sorveglianza sulle coste spagnuole divise in zone speciali” 1212 ) si spiegava che il per-
sonale da impiegare a tali incarichi dovesse esser composto in maggior parte da richiamati,
residenti in Spagna e, pertanto, con previa esperienza del Paese, della lingua, delle abitudini
locali, etc. Erano questi, sempre seguendo l’esempio francese, coloro che si consideravano
i più adatti a svolgere compiti d’informazione, perchè erano integrati nella società locale,
conoscevano il luogo e dominavano lo spagnolo. All’inizio, la quasi totalità degli agenti non
possedeva altra qualificazione speciale a parte quella che conferitagli dal livello degli studi
fatti o dalla professione svolta durante la vita civile. A partire da questi dati, se la loro classe
era richiamata, ottenevano un grado militare diverso e una paga differente. Uno dei grandi
vantaggi di questo tipo di agenti era quello di essere perfettamente in regola per le autorità
spagnole e quindi di non aver bisogno di utilizzare identità di copertura o di viaggiare con
documenti falsi e professioni fittizie, tutti elementi che sarebbero dovuti essere creati espres-
samente per loro. Un’altra cosa erano invece gli agenti che si richiedevano dall’Italia. Nei
mesi iniziali, Camperio disse di preferire i cittadini già arruolati e appartenenti alle classi
sociali più alte perchè, a suo giudizio, garantivano migliori risultati in virtù del fatto che, per
la loro educazione, avrebbero avuto più facile accesso a persone e autorità locali. Invece il
livello di studio e l’estrazione sociale non sempre coincisero con i risultati ottenuti durante
il servizio, trattandosi di una attività che richiedeva una serie di capacità particolari, molte
delle quali erano ancora ignorate, per inesperienza, quando la rete informativa cominciò a
funzionare, agli inizi del 1916. L’attività civile si convertì, alla luce della nuova prospettiva
attraverso la quale i servizi d’informazione consideravano la Spagna, in una operazione di
interesse militare.
È anche vero che il servizio nacque con prospettive assai modeste, ed era legittimo pen-
sare che un piccolo manipolo di uomini senza esperienza poteva bastare per portare a ter-
mine gli obiettivi postisi, cioè di informare su avvistamenti e azioni di sommergibili nemici
11 Il lavoro fu ancora più complesso per la diversità dei compiti e la diversa provenienza dipartimentale di
ciascun compito, si utilizzavano addirittura cifre diverse. Si arrivò ad usare sette codici differenti in uno
stesso momento: Mengarini, dagli informatori; Mengarini, dal ministero; CU; 00; K 13; K 14 e un cifrato
speciale per gli informatori distaccati dei consolati. Nei periodi di più intensa attività, la sede centrale rag-
giunse i 130 documenti da tradurre al giorno. Quando nell’ottobre del 1916 si creò presso lo Stato Maggiore
della Marina a Roma un dipartimento specifico dedicato alla Propaganda, denominato Ufficio Speciale, e si
inviarono ordini a Madrid perché si avviasse in Spagna detta attività, nonostante che il numero degli agenti
e degli informatori fosse cresciuto considerevolmente durante l’anno, nel Centro – nome attribuito alla sede
di Madrid – lavoravano soltanto tre persone.
12 AUSSMM, b. 650, fasc. 4, Ministero della Marina, Ufficio del Capo di Stato Maggiore, Ufficio IVº al Ca-
pitano di Corvetta Cav. Filippo Camperio, R. Consolato d’Italia, Gibilterra, Riservatissimo Personale, nº
031926, Roma, 16 gennaio 1916. Servizio informazioni.