Page 35 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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             Per tornare al riordino, si è quindi avviato questo ponderoso lavoro soprattutto in termini
          di tempo necessario, lavoro, iniziato con i fondi di minor dimensione che, ad oggi, conta
          circa una dozzina di riordini effettuati o in dirittura d’arrivo, con la collaborazione esterna di
          archivisti qualificati, efficacemente seguiti da alcuni eminenti esperti della materia, apparte-
          nenti al menzionato Comitato scientifico.
             Le problematiche che scaturiscono da una maggiore visibilità dell’archivio storico e con-
          seguentemente da una maggiore possibile fruibilità della documentazione possono, a mio
          avviso, essere distinte in interne o esterne: vale a dire, una migliore fruibilità d’istituto o una
          migliore fruibilità da parte del pubblico. Esaminiamo questo secondo aspetto; esso compor-
          terebbe la necessità di: maggiore spazio per la ricezione del pubblico, per ridurre i tempi di
          attesa per la consultazione (attualmente i tempi medi di attesa sono di oltre tre mesi); perso-
          nale specializzato che supporti in maniera adeguata la frequenza del pubblico; disponibilità
          auspicabile di indici dei fondi su supporto informa tico con una o più stazioni di ricerca.
             Mi preme segnalare, per completezza d’informazione, che nel corso dei primi sette mesi
          del 2008 l’Archivio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito ha ricevuto oltre 900 visite,
          con un incremento di circa il 35%, con una media di 8 persone/giorno lavorativo.
             Le questioni da risolvere per il funzionamento interno ottimale dell’archivio prevedreb-
          bero, oltre alle necessità già enunciate, la disponibilità di sufficiente spazio da dedicare alla
          sistemazione fisica degli archivi in via di acquisizione.
             Si è parlato dell’attività divulgativa dell’archivio storico quale bene culturale a dispo-
          sizione del pubblico, tralasciando volutamente i compiti istituzionali propri della Sezione
          che lo gestisce, la quale, essendo un organo dello Stato Maggiore dell’Esercito è preposta
          ad una serie di attività peculiari, che si estrinsecano nella effettuazione di ricerche, compila-
          zione di memorie o di schede storiche, verifica di dati, valutazioni storiografiche, risposta ad
          interrogazioni parlamentari ecc, che presuppongono la presenza di personale che segua con
          l’attenzione necessaria queste attività. È quindi intuibile lo sforzo che il personale compie,
          sollecitato da questo duplice impegno.



          i fOndi icOnOgrafici
             Alla fine dell’800 l’Ufficio Storico era già in possesso di un discreto archivio iconogra-
          fico costituito da disegni, cartoline e fotografie che Enti militari o ufficiali allegavano alle
          relazioni di viaggio, agli studi tecnici, alle corrispondenze di guerra, alle ricognizioni, alle
          memorie relative ad addestramenti e manovre. le immagini, però, custodite in contenitori,
          in album o inserite nelle carte d’archivio, non erano in alcun modo utilizzate e diffuse. Le
          successive numerose acquisizioni di fondi fotografici, relativi a guerre e campagne, subivano
          la stessa sorte. Solo negli anni ‘60 fu presa in considerazione l’opportunità di organizzare un
          archivio iconografico.
             La decisione si rese necessaria anche in seguito al versamento di migliaia di fotografie
          e di lastre da parte della disciolta Sezione Cinefoto dell’Ufficio Addestramento, dove erano
          custodite principalmente fotografie della Seconda guerra mondiale. Nello stesso periodo,
          iniziarono ad affluire presso l’Ufficio Storico collezioni iconografiche di personalità militari,
          di privati e di enti militari in via di scioglimento.
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