Page 33 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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          accademico e dagli studiosi, sia da una diffusa presenza a convegni, rassegne storiche di
          notevole risonanza culturale, e mostre librarie.
             Lo scopo del conseguimento di maggiore “visibilità” non è stato soltanto quello di rice-
          vere autorevoli consensi, seppure molto graditi, ma quello di contribuire ad un più ampio
          progetto finalizzato all’affermazione, nel consesso scientifico italiano e possibilmente inter-
          nazionale, di una disciplina, la Storia Militare che ha ricevuto con fatica un crisma di autono-
          mia attraverso l’istituzione di cattedre universitarie e successivi dottorati di ricerca.
             Il settore essenziale che impegna l’Ufficio Storico è quello della ricerca storiografica, che
          interessa direttamente l’Archivio storico e le Biblioteche militari; in essi sono custoditi i pre-
          ziosi patrimoni, dai quali è tratta la materia “fondamentale” per gli studi di storia militare.
             L’Ufficio Storico ha anche il compito di vigilare, quale organo tecnico, alla tutela del
          numeroso patrimonio costituito da cippi e targhe dislocati all’interno delle caserme e, soprat-
          tutto, dai cimeli storici custoditi presso le sale museali delle unità della Forza armata e nei
          Musei Militari dell’Esercito.



          i fOndi dell’archiViO
             L’antico Ufficio militare aveva il compito di “raccogliere” e conservare nel suo archivio
          documentazione di particolare interesse, al fine di elaborare la storia delle istituzioni militari
          del Regno e quella delle campagne militari. Dalla sua costituzione ad oggi, quindi, l’Uffi-
          cio Storico ha avuto la duplice funzione di centro di studi di storia militare e di archivio.
          Nel quadro dell’amministrazione archivistica italiana, questa par ticolare concessione, per la
          quale Organi Centrali militari non versano la propria documentazione all’Archivio Centrale
          dello Stato, ha acquisito forza di legge in esito al Testo Unico del 29 ottobre 1999, n. 490
          (art. 30), aggiornato recentemente dal Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42 (art.
          41), che esenta gli Stati Maggiori delle Forze Armate da tali obblighi per quanto attiene “la
          documentazione di carattere militare e operativo”.
             Utilizzato come archivio di deposito dei diversi uffici del Comando del Corpo di Stato
          Maggiore e del Comando Supremo, di alcuni uffici del Ministero della Guerra (Gabinetto
          e divisione Stato Maggiore) e altri Enti (Commissione Suprema di Difesa e vari comitati,
          Addetti e Missioni militari, Rappresentanti militari in Organismi interalleati ed internazio-
          nali, ecc), l’archivio storico ha accolto numerosi versamenti di documentazione, spesso non
          ordinata e non sottoposta a preventive operazioni di scarto.
             L’Ufficio, fino a tempi abbastanza recenti, non ha potuto disporre di personale, militare o
          civile, specializzato in archivistica, né di collaborazione esterna qualificata cui commissio-
          nare lavori di riordino. il materiale documentario, quindi, nonostante il ponderoso lavoro di
          sistemazione delle carte svolto nel tempo dal ridotto personale effettivo, non è stato ordinato
          secondo il metodo storico, cioè nel rispetto, fin dove possibile, della disposizione originaria
          delle carte, attribuita nell’archivio corrente (o registratura) dal soggetto produttore. Molto
          spesso la documentazione è stata ordinata per materia, seguendo diversi, quanto antiarchi-
          vistici criteri (per argomento: per esempio Eritrea, Somalia, Libia, ecc; per periodo storico
          relativo a particolari eventi bellici: per esempio la guerra italo-etiopica, la guerra civile spa-
          gnola, ecc; per soggetti produttori simili: per esempio le carte delle Intendenze nella Prima
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