Page 430 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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430 XXXIV Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm
sul territorio con relativa esercitata autorità civile e militare. Quando l’8 settembre fu dichia-
rato ufficialmente l’armistizio, non solo si pensò che la guerra era finita, ma vi furono alcuni
interessanti avvenimenti che dimostrarono in prima battuta la gratitudine della popolazione
verso gli anglo-americani: ad esempio, una massa di prigionieri di guerra, circa 50.000 sugli
80.000 in totale, che erano nelle mani degli italiani, furono liberati e per la maggior parte fu-
rono aiutati dalla popolazione italiana, perché se una parte degli aiuti fu organizzata, il resto
dovette essere lasciato alla generosità dei singoli; generosità che però a volte non fu compre-
sa totalmente da chi la ricevette . Così come molti dei militari anglo-americani, partecipanti
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a missioni rischiose, in territorio nemico, furono generosamente aiutati, anche a volte con il
prezzo della vita, dagli italiani.
Non furono però idilliaci, dopo i primi momenti di gioia e riconoscenza, i rapporti fra
popolazioni civili e amministrazione militare in Italia, iniziando, come è noto dal fatto che
il disprezzo per il governo italiano di Badoglio e dei Savoia era molto forte sia tra i nuovi
alleati sia tra i partiti politici antifascisti che si erano venuti formando e avevano dato vita al
Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). La monarchia, che pure non era stata toccata nel-
le trasmissioni antifasciste di Radio Londra, per espresso volere di Churchill , non godeva
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però di grandi simpatie, per la sua ‘collusione’ con il regime di Mussolini, sia tra gli alleati
sia tra i partiti politici e una larga parte della stessa popolazione.
Gli americani avevano del resto una pessima opinione di Badoglio fin dal 1922, da quan-
do l’addetto militare a Roma ne aveva tracciato un ritratto niente affatto lusinghiero e molto
critico, soprattutto per quello che riguardava non tanto gli aspetti militari, ma quelli umani ;
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Washington non aveva cambiato opinione dopo più di venti anni . E’ infatti noto che il
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nuovo capo del governo da Brindisi cercò invano di persuaderli ad accettare l’aiuto militare
italiano; praticamente solo nel 1944, quando erano a corto di risorse umane per il fronte ita-
liano, dopo lo sbarco in Normandia, gli alleati accettarono il concorso delle truppe italiane,
che pure furono importanti per conseguire la vittoria finale .
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Uno spazio non ancora molto esplorato di questo periodo riguarda ad esempio la colla-
borazione tra i servizi di informazione e sicurezza, quelli ricostituiti nel territorio liberato e
quelli anglo-americani. Anche in questo caso vi furono da un lato splendide operazioni in
1 Roger absalom, A strange Alliance. Aspects of escape and survival in Italy, 1943-1945, Olscky Editore,
Firenze 1991, p.11-12.
2 Cfr. l’inventario delle trasmissioni per l’Italia di Radio Londra nei due volumi di Maura Piccialuti Caprioli,
Radio Londra 1940-1945, Ministero dei Beni Culturali, Roma 1976.
3 Cfr. Maria Gabriella Pasqualini, Carte segrete dell’intelligence italiana.1919-1949, Ministero della Difesa,
RUD, Roma 2007, p.241 e NARA Archives, MID, 2022, rapporto del 5.2.1922 – G2. Per una biografia di
Badoglio v. Piero Pieri-Giorgio Rochat, Pietro Badoglio, Maresciallo d’Italia, Oscar Storia Mondatori, Mi-
lano 2002.
4 Rimane molto interessante in generale a questo proposito il volume di Lamberto Mercuri, Guerra psicolo-
gica. La propaganda anglo-americana in Italia 1942-1946, Roma 1983.
5 Per la ricostruzione dell’Esercito Italiano, dopo l’8 settembre, v. tra gli altri David Ellwood, Italy 1943-1945,
Leicester University Press, 1987; Roger Absalom, Italia e Gran Bretagna nella lotta di liberazione, la
Nuova Italia, Firenze 1977. Tra gli autori italiani v. Giuseppe Conti, Il Primo Raggruppamento Motorizzato,
Ufficio Storico – Stato Maggiore Esercito, Roma 1986; id., La ricostruzione delle forze armate, in “L’italia
in guerra – il quarto anno - 1943”, Commissione Italiana di storia militare, Roma 1995, pp.401-412.