Page 433 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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che la cattura, l’interrogatorio, la raccolta, la divulgazione di informazioni e l’istruzione
dei procedimenti penali dinanzi ai tribunali militari italiani era quasi interamente devoluta
al controspionaggio. Per quanto riguardava la sicurezza civile, in collaborazione con gli al-
leati, il Battaglione doveva procedere all’indagine, all’osservazione di persone o movimenti
ritenuti di natura sovversiva o comunque ritenuti pericolosi per le truppe italiane ed alleate
e gli impianti sensibili. Si trattava anche di attività contro la formazione di movimenti neo-
fascisti. Il generale lavoro di controinformazione, normalmente eseguito da distaccamenti
delle truppe anglo-americane, però fu svolto anche dal Battaglione, ma su precisa richiesta
delle autorità militari alleate. anche questa era una maniera di amministrare civilmente, ma
con strumenti militari, il territorio.
Era stato indicato dagli anglo-americani che il controspionaggio non doveva interessarsi
di politica e non era desiderabile che lo facesse; poteva interessarsi dei movimenti politici
solamente nei limiti della loro diretta importanza per la sicurezza dei militari italiani e degli
alleati.
Oltre ai normali compiti di controspionaggio, l’808° Btg. C.S. ebbe una parte impor-
tante, molte volte risolutiva, in quasi tutte le operazioni della Special Force anglo-americana,
riuscendo a guadagnare sul campo la stima degli ex-nemici, che evitarono così l’errore di
azzerare un settore tanto delicato composto da operatori che conoscevano il territorio e l’or-
ganizzazione nemica.
Quando i vincitori consentirono ufficialmente alle Forze Armate italiane di riorganiz-
zare un servizio di informazioni militari, sebbene non ancora interforze , nel 1945, intesero
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continuare ad avvalersi dell’ 808° Btg. CS per la professionalità dimostrata.
Il Battaglione era direttamente responsabile verso il Quartier Generale americano e, dal
punto di vista operativo, dipendente da quell’ente: quindi il suo primo obbligo era quello di
assistere gli organi informativi di sicurezza e di controspionaggio alleati.
Solo il 15 agosto 1946, dopo 33 mesi di intenso lavoro, in seguito agli accordi tra il Quar-
tier Generale delle Forze Alleate e il Ministero della Guerra, quella unità sarebbe rientrata,
anche per la parte relativa all’impiego, alle dirette dipendenze dell’Ufficio ‘I’ dello SME,
nella sua antica veste di 2^ Sezione, pur conservando la denominazione di 808° Battaglione
CS . Vi erano poi numerosi altri servizi civili di informazione nella Resistenza, che riguarda-
vano anche aspetti militari.
Il 26 dicembre 1944 la Missione Militare Alleata in Italia aveva indirizzato al Ministe-
ro della Guerra una lettera con la quale si stabiliva che per il futuro i reparti del SIM, che
avrebbe cambiato nome, sarebbero stati denominati, per i rapporti con gli alleati, cioè nel
loro quadro di battaglia, Italian Army Intelligence (IAI) e Security Police Units (SP). Poi fu
anche stabilito che nei servizi informativi poteva essere impegnato solo personale italiano
che prestava servizio nei due reparti. Pertanto la sigla SIM avrebbe dovuto essere abolita,
come fu dal 1° gennaio successivo e l’ IAI divenne una realtà: l’808° Btg. CS (o Sezione
‘Bonsignore’), rimase operante sotto la direzione alleata e compreso nell’organico di guerra
2008’, in pubblicazione. Cfr. anche Donald Gurrey in La guerra segreta nell’Italia liberata. Spie e sabota-
tori dell’Asse 1943-1945, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 2004, alla p. 96 -98.
11 Solo il 1° settembre 1949 sarà ufficialmente costituito un Servizio Informazioni delle Forze Armate, il SI-
FAR, con compiti anche di coordinamento dei servizi informativi delle tre Forze Armate.