Page 435 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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(AMGOT) poi, solo AMG, lasciando opportunamente cadere i riferimenti ai ‘territori occu-
pati’ e una Commissione Alleata di Controllo (ACC).
Vi fu specialmente a sud, agli inizi della presenza anglo-americana “una situazione psico-
logica di sorda ostilità” verso gli alleati, come citata in numerosi rapporti dei Carabinieri Re-
ali sull’ordine pubblico . Bisogna altresì ricordare che il Comando Supremo Alleato si era
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sempre riservato, anche a conflitto terminato, il diritto di dichiarare ‘zona militare’ territori
che erano già stati restituiti per il controllo al Governo italiano, in caso di gravi turbamenti
dell’ordine pubblico. Quando questo fosse accaduto, l’esercizio dei poteri di governo nella
zona interessata sarebbe stato assunto di nuovo dal governo militare alleato . L’ammini-
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strazione militare anglo-americana rimaneva sempre assai incisiva e pronta a riprendere il
controllo diretto.
Molto spesso decisioni importanti per la vita civile e soprattutto quella micro-economica
di una provincia o di una regione erano state prese da autorità militari – e non sempre da
ufficiali, ma anche da sottufficiali - che non avevano una preparazione adeguata, ad esem-
pio, in campo economico, per non accennare ad una professionalità di comando su ambienti
civili di un territorio militarizzato: le disposizioni, impartite ovviamente con mentalità di
stretto controllo sugli spostamenti delle merci e delle persone, pur se logiche nel cotesto
immediatamente post-bellico, frequentemente andavano contro i magri interessi della popo-
lazione e non permettevano un sia pur timido avvio dell’economia locale, dopo la devastante
esperienza bellica, ma l’abbattevano ancora di più, aggravando ulteriormente i disagi e la
sopravvivenza delle popolazioni locali. Continue metodiche perquisizioni presso molte case,
anche di gente assolutamente ligia alle regole, alla ricerca di materiale appartenente all’am-
ministrazione militare alleata irritava profondamente la popolazione. Inoltre la requisizione
di vari alloggi e uffici pubblici che veniva mantenuta anche dopo le impellenti ragioni di
urgenza, impedivano molto spesso il rientro in possesso delle case da parte dei privati o un
adattamento forzoso e difficoltà di operatività per gli uffici ed enti comunali e provinciali, per
non menzionare quelli statali, ristretti spesso in piccoli spazi.
In sintesi, incarichi direttivi e di controllo erano stati affidati dagli anglo- americani a
militari e non a politici o a economisti o esperti di amministrazione civile, anche se fra gli
uomini in divisa si trovavano a volte alcune eccezioni di persone particolarmente preparate e
illuminate ; la normalità era data da individui che erano in guerra provenendo da mondi vari
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e variegati, con professionalità sicuramente militare…ma non sempre.
inoltre in qualche modo, gli alleati, soprattutto gli inglesi, erano rimasti legati ad una cer-
ta propaganda antitaliana, svolta in precedenza e che richiedeva ovviamente tempo per essere
sradicata dalle menti . Contribuiva a questa situazione generale spesso anche il contegno
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dei singoli amministratori in divisa, a volte altezzoso, arrogante, purtroppo a volte anche con
13 Archivio Storico Stato Maggiore Esercito (AUSSME), Fondo SIM, 1^ divisione.
14 V. Ministero della Guerra-Gabinetto, circolare n.206000 del 4 marzo 1946, sull’impiego della truppa nei
servizi d’ordine.
15 Cfr. Giuseppe Conti, Amministrazione alleata e governo italiano nell’Italia liberata, in “L’italia in guerra –
il quinto anno - 1944”, Commissione Italiana di storia militare, Roma 1995, p. 77.
16 Cfr. l’inventario delle trasmissioni per l’Italia di Radio Londra nei due volumi di Maura Piccialuti Caprioli
Radio Londra 1940-1945, Roma 1976.