Page 160 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Donde cavillosità, incertezze, lungaggini, eccezioni di ogni genere, prov-
vedimenti immediati e di estremo rigore per presunti "abusi di autori-
tà" , e provvedimenti miti e procrastinati per reati gravi intaccanti
veramente la compagine dei reparti.
I presidenti, scelti fra ufficiali della riserva o comunque non in S.P.E.,
dopo che le loro categorie sono state "schiumate" per incarichi ri-
tenuti più importanti, nominati magari (a titolo quasi di "sussidio")
dopo che abbiano fallito in uno o più dei suddetti incarichi, sono
sovente del tutto inadatti alle loro funzioni.
I giudici, tratti da ufficiali delle armi combattenti, per la maggior parte
delle categorie in congedo, senza speciale preparazione e che sovente
da tempo immemorabile hanno perduto il contatto con la vita di re-
parto, di solito non hanno nulla di militare; tendono al quietismo e vanno
a rimorchio delle argomentazioni più o meno cavillose dei procuratori.
Dal complesso risulta per lo più un ambiente grigio, lento, dubbio-
so, incline alle scappatoie ed alla longanimità, paragonabile ad una
pretura o "conciliatura di provincia", e non certo ad un Tribunale
di guerra, degno di questo nome.
È necessario pertanto modificare di urgenza questo stato di cose:
dando tassativi ordini ai procuratori militari; costituendo i Tribu-
nali con fiore di presidenti e di giudici in S.P.E. (per i giudici traen-
doli - magari - a turno - dai reparti); oppure sostituendo gli
attuali macchinosi Tribunali con Tribunali minori, di divisione od
anche di corpo, a procedura molto spiccia, tipo Tribunali straor-
dinarii.
Occorre altresì a mio avviso, nel momento presente, comminare pene
molto più severe per i militari che si lascino andare a manifestazio-
ni sovversive, e per gli ufficiali che le tollerino.
Gen. Roatta
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