Page 159 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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L'8  SETIEMBRE E LE  FORZE  ARMATE  ITALIANE                      159

                     le  quali dimostrano piena comprensione dei  suoi desiderata, e gli
                     danno  in  merito  affidamenti  tranquillizzanti.
                  Tali constatazioni sono  micidiali per il morale dei reparti.  Perché non è affat-
                  to vero che la "disciplina" sia un fenomeno naturale ed immanente nelle
                  truppe;  esso  è unicamente  tale  quando  i gregari  (che  sono  la  grande
                  maggioranza, e che posseggono le armi) siano complessivamente "con-
                  senzienti''.
                  Orbene, quando i gregari constatino ulteriormente che con essi  "con-
                  senzienti"  si  tiene  una misura,  e coi  compagni  "lavoratori",  sebbene
                  molto più favoriti per vita e compenso, se ne segue un'altra, unicamen-
                  te perché essi alzano la voce, abbandonano il lavoro, minacciano e com-
                  piono violenze,  anche i soldati  cesseranno di essere  "consenzienti",  e
                  chiederanno che anche con loro -  molto più interessativi degli operai
                     si  discuta  il  problema guerra  e  quelli  politici  connessivi.
                     Quanto sopra rappresenta in questo momento il pericolo più grave
                     per  il  morale  dell'esercito,  e  delle  FF.AA.,  perché è  così  che  si  è
                     giunti  altrove,  in  passato,  e  si  potrebbe giungere  ora  in Italia,  ai
                     "consigli  di  operai  e  soldati".
                     A parte il lato militare della questione, non vi è dubbio che notizie
                     come quelle menzionate, anche se limitate a quanto di esse riporta-
                     te nei giornali, non possono non aumentare la  sfiducia della  parte
                     germanica,  e  raffermarla  nelle  sue  eventuali  intenzioni  ai  nostri
                     danni.
               E) Incomprensione  della  situazione  da  parte  dei  Tribunali  militari di guerra.

                     Durante tutta questa guerra, salvo lodevoli eccezioni il  comporta-
                     mento dei Tribunali militari di guerra è stato impari alle necessità
                     contingenti ed ha dato luogo a continui rilievi da parte dei Coman-
                     di  competenti.
                 Peggio ancora avviene ora, quando si tratta, ovunque, di giudicare an-
                 che  dei  civili  per  reati  od  imputazioni  di  indole  non  militare.
                     I procuratori militari -  provenienti in tempo di guerra per la mag-
                     gior parte dalla magistratura ordinaria o da avvocati che abbiano
                     esercitato la professione civile per un certo numero di anni -  non
                     hanno compreso che la  funzione  principe dei  Tribunali di guerra
                     non è quella di "fare della legge, o della procedura", ma bensì quella
                     di contribuire a mantenere una ferma disciplina ed un ordine pub-
                     blico  assoluto.









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