Page 579 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               delle  forze  alleate  dettero a  Stalin  la  certezza,  fino  ad allora  mancatagli,
               che non sarebbe rimasto solo  a  combattere contro il  suo  formidabile av-
               versano.
                    Tuttavia, i pochissimi uomini del PCI disponibili per una attività gap-
               pista di un qualche peso non sarebbero mai bastati se  non fosse  stata di-
               sponibile in ogni città una manovalanza facilmente arruolabile e altrettanto
               facilmente  spendibile in azioni senza ritorno.  È anzi possibile invertire i
               termini di questa non secondaria questione. Fu forse l'esistenza di piccoli
               ma numerosi gruppi di delinquenti abituali, ritornati sulla strada nel ma-
               rasma generale, a far sorgere nel PCI l'idea che fosse possibile incanalarne
               l'azione in uno schema di utilità politica. Vi sono prove più che sufficienti
               per stabilire che, specie a Milano, le  decisioni del PCI in materia di guer-
               riglia cittadina, non possono esser fatte risalire a molto prima del  l O otto-
               bre 1943: quando la città, così come a Torino ed anche Genova, era afflitta
               da una lunga serie di efferate rapine e violenze di tutti i generi, provenienti,
               con ogni evidenza da quei serbatoi umani che si sono più sopra dettagliati.

                    Proprio i caratteri specifici di tale manovalanza hanno reso impossi-
               bile, sin qui, tracciare una storia attendibile dei Gap, specie torinesi e mi-
               lanesi,  in relazione al  primo loro  periodo,  e cioè  sino  al  febbraio-marzo
               del  1944. Mancano i nomi, sia anagrafici che di battaglia, mancano i do-
               cumenti, son reticenti le testimonianze, ed è già molto se di una Squadra
               Gap,  dichiarata  di  quindici persone,  è possibile  identificarne due o  tre.
               Questa ricerca diventa del tutto illusoria quando la si applica a quelle che
               vennero chiamate le  Squadre "Recupero", autofinanziate con  rapine co-
               muni. All'interno dello stesso PCI, dopo la Liberazione, infuriò una sorda
               lotta su questo  punto specifico:  come ogni lotta,  venne vinta soltanto  in
               parte.OO
                    Se  è vero che si  trebbia con il grano che si  ha,  non è meno vero che
               le conseguenze furono gravi. Anzituttto per le  stesse formazioni Gap, che
               vennero  rapidamente distrutte,  specie  a  Milano,  per il  semplice fatto  di
               esser composte da uomini che la Polizia del tempo conosceva perfettamente,
               e tra i quali,  comunque, gli  informatori e gli  infiltrati erano di casa.  Ma
               furono  gravi  anche  per  le  formazioni  di  montagna,  poiché  i  superstiti



               (11)  L.  Borgomaneri, Due inverni, un'estate e la rossa primavera,  F. Angeli  Libri,  Milano,
                   1985,passim. Per la partecipazione di ex prigionieri sovietici alla prima Resistenza,
                   vedi M.  Galleni,  l partigiani sovietici  nella  Resistenza italiana, Editori Riuniti,  Roma,
                   196 7,  passim.









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