Page 575 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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teggere e possibilmente consegnare questa ingente massa di militari. Ma
la stessa priorità dedicarono i tedeschi alla loro ricattura, essendo costoro
fuggiti immediatamente dopo l'annunzio dell'armistizio. Ed in effetti ne
ripresero poco meno di 75 000 che furono avviati in Germania, con pre-
cedenza anche sul trasferimento dei nostri internati.
Dei rimanenti, pochi riuscirono a raggiungere la Svizzera, ed ancora
meno le linee alleate. Tutti gli altri dovettero rassegnarsi ad una lunga e
pericolosa clandestinità, però con significative differenze: mentre i milita-
ri britannici ed americani rifiutarono sempre di prender parte alla guerra
partigiana (al cpi supporto provvidero più di trenta Missioni Speciali pa-
racadutate o infiltrate), quelli sovietici e greci vi aderirono spontaneamente.
Mentre la rappresentativa greca si ridusse a poche unità, quella sovietica
fu ragguardevole, poiché raggiunse almeno i 5 000 uomini censiti, più o
meno bene, nelle file partigiane, sui 10 000 probabilmente esistenti in Ita-
lia al momento dell'armistizio. Infatti, un certo numero di prigionieri non
era ristretto nei campi di concentramento, ma disseminato presso indu-
strie anche molto piccole, e persino nelle campagne, per i lavori agricoli.
Alcuni di essi salirono certamente in montagna, altri cercarono di raggiun-
gere in !stria i Corpus iugoslavi, molti rimasero nelle cascine contadine,
persino sposandovisi.
Ai prigionieri russi e greci tornati alla libertà, debbono essere aggiunte
cospicue masse di internati anarchici, iugoslavi ed in genere stranieri, ri-
stretti in campi di raccolta prima, poi spostati nelle Colonie confinarie,
e quindi ancora trasferiti, verso la metà di agosto 1943 nei tre campi di
Ariano Irpino, Fraschette (Alatri), ed Anghiari. Altri campi si trovavano
in Venezia Giulia e nell'isola di Arbe, ma è presumibile che l'armistizio
abbia consentito agli ospiti di questo gruppo di /ager, di rientrare presta-
mente alle proprie case. I 15 000 uomini e donne ammassati nei tre cam-
pi predetti del Centro e Sud, fuggiti già il9 e 10 settembre, cominciarono
ad esser ripresi dai tedeschi attorno al 13 o 14 dello stesso mese, natural-
mente in parte. Per gli scampati si posero, molto ampliati e pericolosi,
gli stessi problemi paratisi davanti ai nostri militari.
Un aspetto generalmente ignorato del crollo istantaneo dell'intero ap-
parato di controllo e sorveglianza dello Stato, è che 1'8 settembre ridette
la libertà a poco meno che 30 000 detenuti per reati comuni, ed a quasi
altrettanti degenti degli Istituti Neuropsichiatrici pubblici e privati. Per
quanto le statistiche di quel particolare periodo si riferiscano soltanto alle
rilevazioni di fine anno, è facile rilevare da esse che al 31 dicembre 1943,
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