Page 203 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'IMPIEGO DELLE FORZE ARMATE DELLA RSI 203
L'ultimo ripiegamento
Il comando tedesco si rendeva conto che la Linea Gotica sarebbe crol-
lata a primavera con la prevista offensiva alleata e la contemporanea in-
surrezione partigiana. Così fin dai primi di febbraio il generale delle SS
Wolff, plenipotenziario della Wehrmacht per l'Italia e responsabile della
sicurezza interna del territorio occupato, iniziò i primi approcci di pace
con Alexander, tramite suoi emissari in Svizzera. Lo stesso generale von
Viettinghoff, che aveva sostituito Kesselring sul fronte italiano, propose
all'Oberkommando della Wehrmacht (Okw) di approvare il piano "Nacht und
Nebel" (notte e nebbia) elaborato dal comandante della 10a Armata, ge-
nerale Herr, per effettuare una ritirata strategica, con una articolata dife-
sa mobile lungo linee successive, non appena fosse iniziato l'attacco alleato.
Tuttavia l'Okw respinse la richiesta e al Gruppo d'Armate "C" non restò
che prepararsi all'ultima battaglia.
L'attacco preliminare fu sferrato dall'Sa Armata tra Comacchio e il
mare alla fine di marzo, investendo anche la Decima. 111° aprile il btg "N.P."
fu arretrato a Comacchio, sulla strada per Porto Garibaldi, e poi anche
il Barbariga fu spostato ad Argenta e Consandolo. Il 5 aprile la 92nd at-
taccò in Garfagnana costringendo la 142a tedesca ad arretrare, e la 14a
Armata ad impiegare una parte della riserva (la 90a leggera) per ripristi-
nare la situazione sul fianco occidentale.
A mezzogiorno del 9 aprile 624 bombardieri e l 020 pezzi d' artiglie-
ria aprirono il fuoco tra il Senio e il Santerno, e il l O cominciò l'offensiva
dell'Sa Armata. Lo stesso giorno il Col/eoni ripiegò con i pezzi su Comac-
chio. Il 14, poche ore dopo che Hitler aveva rifiutato a Vietinghoff l'auto-
rizzazione a ritirarsi, anche la 5a Armata iniziava l'offensiva su Bologna.
Il 20, dopo aver impiegato tutte le riserve disponibili, e mentre la linea
era ormai sfondata in più punti, il comandante tedesco comunicava al Fiihrer
l'ormai tardiva decisione di adottare la difesa mobile ritirandosi sul P o.
Iniziava così il crollo del fronte e la ritirata sempre più disordinata degli
ultimi difensori.
È da rilevare che anche dopo il 15 aprile nessuna delle unità di com-
battimento repubblicane si sbandò. Tutte cercarono di ripiegare, secondo
i piani, sulla linea di resistenza Ticino-Po: e spesso abbandonate per stra-
da dai tedeschi in fuga, ove possibile concordando il passo con i comandi
partigiani, in qualche caso aprendosi la strada con le armi, sostenendo
combattimenti di retroguardia e attuando manovre ritardatrici.
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