Page 198 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               furono gli americani ad attaccare gli avamposti di Monte Faeto e Q. 437.
               Il 20 marzo l'unità ricevette il cambio dai bersaglieri, ma fu subito reim-
               piegata nell'area di Castiglione Canavese per proteggere la rotabile per Par-
               ma  dai  partigiani.
                    Per lo stesso motivo, in marzo giunse nel Piacentino una unità scelta
               di  SS  italiane,  il  Kampfgruppe Binz,  formato  dai vecchi  battaglioni im-
               piegati l'anno prima a Nettuno (Fucilieri Debica e 1111°),  che si stabilirono
               rispettivamente nella Valle del Nure (Castellarquato) e in Val Trebbia (dove
               dette il  cambio ai  mongoli  della  Divisione  Turkestan),  effettuando varie
               operazioni antipartigiane. Nella zona furono distaccati anche la 3a  cp del
               gruppo corazzato Leonessa (Gnr), una della Muti (Baragiotta-Salines) e il III
               btg antiparacadutisti.


               Il morale della Divisione Italia

                    In una informativa del  1°  febbraio,  Carloni segnalava che il morale
               dell'Italia era "molto poco elevato" e che "agenti informativi" e "respon-
               sabili gerarchici" non escludevano "larghe defezioni anche durante la per-
               manenza in linea". Del resto il btg schierato il  31 gennaio nel settore di
               Palleroso, decimato dalle perdite e dalle diserzioni, dovette essere ritirato
               dopo meno di tre settimane, il  18 febbraio. Sono documentate tre fucila-
               zioni esemplari di bersaglieri per tentata diserzione, avvenute il 4  e l' 11
               febbraio (due dei fucilandi gridarono "viva l'Italia" e uno chiese ai com-
               militoni di "cacciare i negri"). Il numero delle diserzioni (talora con resa
               al nemico o, più raramente, con passaggio ai partigiani) resta imprecisato,
               ma sembra comunque superiore a  quello delle altre tre divisioni. Del re-
               sto sembra che i partigiani dessero all'Italia l'epiteto di "Divisione Lepre",
               ed è indicativo che fu l'unica delle quattro a non produrre nel dopoguerra
               memorialistica ed epopea reducista. Peraltro sembra che in Garfagnana,
               malgrado lo sfollamento di interi paesi, il rapporto con la popolazione ci-
               vile fosse meno cattivo che altrove, forse anche grazie alle due elargizioni
               straordinarie disposte da Mussolini a favore dei civili.  Sono testimoniati
               furti e razzie da parte di alpini e bersaglieri, ma anche la collaborazione
               dei lavoratori civili della base logistica di Arni, e numerosi episodi di fra-
               ternizzazione, distribuzione di viveri e divisione del rancio. Come nume-
               rosi furono,  anche nel dopoguerra, le  relazioni e i matrimoni tra soldati
               repubblicani  e donne della  Garfagnana.








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