Page 291 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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sua legittimità non nell'indagine ma n~lla Storia; inoltre, data l' ecceziona-
lità della situazione, il Tribunale aveva un carattere "rivoluzionario", sot-
tratto da qualsiasi valutazione strettamente giuridica. La sentenza quindi
respingeva tutti gli assunti difensivi, escludeva il ricorso in Cassazione per
la "straordinarietà" del caso e definiva il delitto: tradimento dell'Idea; at-
tentato contro l'integrità e l'indipendenza o l'unità dello Stato; aiuto al
nemteo.
Se il terzo delitto (''aiuto al nemico") non venne dimostrato dal Tri-
bunale, mancando un concreto rapporto causa-effetto, più chiare furono
le motivazioni degli altri due reati imputati.
Il "tradimento dell'Idea" si richiamava ad un decreto della RSI dell' 1°
novembre 1943, e veniva quindi applicata un'efficacia retroattiva al rea-
to. Ma un'ulteriore aberrazione giuridica risiedeva anche nel legame tra
il "tradimento dell'Idea" e !"'attentato contro l'integrità e l'indipendenza
o l'unità dello Stato". Il presupposto era che il tradimento di un'Idea at-
tentava automaticamente alle finalità di questa e viceversa. Nel caso spe-
cifico, chi tradiva l'Idea Fascista "tradisce la finalità di questa nel suo necessario
presupposto che è l'indipendenza totale dello Stato, per virtù della quale l'Idea si
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attua" .<3> Dunque votando l'ordine del giorno Grandi gli imputati atten-
tarono all'indipendenza ed all'unità della Nazione, che da sempre erano
gli obiettivi prioritari del Fascismo: di conseguenza, tradirono l'Idea Fa-
scista. Una considerazione andrebbe fatta a questo proposito su quale di-
sgregazione causò l'ordine del giorno: e cioè, poiché, il25 luglio 1943l'Italia
si trovava già in una situazione di "nazione invasa", si sarebbe tentati
di pensare che i giudici di Verona si riferissero ad un'altra invasione, in-
diretta conseguenza del voto del Gran Consiglio, quella tedesca dell'8 set-
tembre. Nel disperato, affannoso tentativo di ricercare una causa delle
frustrazioni del momento, i dirigenti della RSI e i loro rappresentanti a
Verona avevano trovato in Ciano e negli altri imputati i colpevoli delle
difficoltà del tempo presente.
Se la componente "irriducibile" della RSI e del Partito premette per
una "esemplare" condanna, più ambiguo appariva il ruolo giocato dalle
autorità tedesche. Al di là della posizione ufficiale di Berlino, che aveva
garantito la non interferenza sul processo, i tedeschi si aspettavano una
"punizione esemplare da parte dei giudici. Durante un colloquio tra Mussolini e
Wolff, il plenipotenziario della Wehrmacht in Italia ribadì al Duce che la mancata
(33) Ibidem, p. 225.
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