Page 290 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LE  STRUTTURE  DELLA  RSI  ED  I  PROCESSI  DI  VERONA            289

               matica, il simbolo di un ventennio fatto di compromessi, agi e "mollezze"
               che il fascismo repubblicano ed il suo fanatico cantore, Pavolini, si sforza-
               vano di cancellare. Ciano, infine, l'odiato Ministro degli Esteri che in più
               occasioni aveva dimostrato la propria antipatia verso Hitler, Ribbentrop
               e l'alleato  tedesco.  L'ex  Ministro  era  conscio  del  destino  riserva togli  dal
               Tribunale Straordinario: "L'unico dei sei imputati che non si illuse mai, nei tre
               giorni  del processo  e durante  l'ultima  notte,  fu  Galeazzo  Ciano"  scriveva  nelle
               sue  memorie Tullio  Cianetti  "Mi convinco"  disse  Pareschi  a  Cianetti  alla
               vigilia  della  sentenza  ''che siamo  spacciati.  I  tedeschi  vogliono  la  morte  di  Ga-
               leazzo  e noi  dovremo  fare  da  contorno".<3t)
                    Dopo una fase istruttoria, durata pochi giorni e condotta dal giudice
               Cersosimo, la prima udienza venne convocata 1'8 gennaio 1944. Il proces-
               so, seguito con attenzione dall'opinione pubblica e dalle autorità italiane
               e tedesche, sarebbe durato soltanto due giorni. Il  10 gennaio, dopo avere
               interrogato gli imputati, ascoltato i testi e letto i memoriali, la  Corte giu-
               dicante  si  riunì  in  camera  di  consiglio  per  l'emissione  della  sentenza.

                    Tralasciando le diverse fasi del processo, per la conoscenza delle quali
               si  rimanda all'ampia letteratura pubblicata in merito, risulta interessante
               lo  studio  del  dispositivo  di  sentenza  adottato  dai  giudici  di  Verona.
                    Il punto di partenza dei giudici fu  l'analisi del memoriale Cavallero,
               e  del  progetto  di  un  colpo  di  stato  ~ilitare da  effettuarsi  nel  1942  con
               l'obiettivo  di  rovesciare  il  Governo  Mussolini.  Per  i giudici  di  Verona,
               tale progetto, allargato alla Corona e ad alcuni settori del PNF, venne ri-
               preso  da  Badoglio  nel  1943.  Lo  scopo  sarebbe stato  quello  di  escludere
               in una prima fase il Duce dal comando supremo per poi esautorarlo defi-
               nitivamente anche dal punto di vista politico. La vera differenza tra il ten-
               tativo di Cavallero e il  putsch di  Badoglio  risiedeva  nel  fatto  che mentre
               Cavallero sembrava non respingere il mantenimento dell'alleanza con i te-
               deschi, Badoglio e soprattutto Grandi avevano escluso tale eventualità dai
               loro progetti, pronti a schierarsi con gli anglo-americani. "In questo quadro
               di legittima difesa e di epurazione, di ritorno all'onore e di ricostruzione,  s'inserisce
               la funzione dell'organo giudiziario e che ha preso il nome di Tribunale Straordina-
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               rio  Speciale". <3 l  Poco spazio venne lasciato  alle  questioni giuridiche,  e la
               sentenza stigmatizzava chiaramente questo punto: il Tribunale trovava la



               (31)  Tullio Cianetti,  Memorie  dal carcere  di  Verona  (a  cura  di  Renzo  De  Felice), Rizzoli,
                   Milano,  1983,  p.  456.
               (32)  Vincenzo Cersosimo, Dall'Istruttoria alla fucilazione- Storia del processo di Verona,  Gar·
                   zanti,  Milano,  1961,  p.  225.








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