Page 289 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               del giorno 24luglio 1943, XXI, tradirono l'idea rivoluzionaria alla quale si era-
               no  votati fino  al sacrificio  del sangue  e col voto  del  Gran  Consiglio  offrirono al re
               il pretesto per effettuare il colpo di Stato", il 27 ottobre 1943 era stato istituito,
               insieme ai Tribunali Straordinari Provinciali,  il Tribunale Straordinario
               Speciale, con sede presso il Salone del Castelvecchio di Verona, scelta sim-
               bolica in quanto già sede dell'assemblea ricostitutiva del Partito fascista.
               Il Tribunale, definito nei suoi organi con il decreto del24 novembre 1943,
               si  insediò  nel dicembre successivo, ed  era composto da otto membri più
               un presidente,  un pubblico accusatore,  un cancelliere,  un giudice inqui-
               rente ed i difensori di fiducia o di ufficio degli imputati. Il presidente sa-
               rebbe stato l'avvocato Aldo Vecchini, già presidente del sindacato nazionale
               degli avvocati. Gli altri giudici furono gli squadristi Celso Riva, Franz Pa-
               gliati ed Enrico Vezzalini (quest'ultimo Capo della provincia di Modena)
               e gli ufficiali della MVSN Domenico Mittica, Vito Casalinuovo, Otello Gad-
               di, Giovanni Riggio (membro del PFR) e Renzo Montagna. L'avvocato An-
               drea Fortunato e il dottore Tommaso Lecaudito avrebbero ricoperto il ruolo
               rispettivamente di  pubblico accusatore e cancelliere.  L'istruttoria fu  affi-
               data all'avvocato Vincenzo Cersosimo, ufficiale della Milizia e già giudice
               istruttore  presso  il  Tribunale Speciale  per  la  Difesa  dello  Stato.
                    La  presenza di  un così  alto  numero di esponenti del  Partito o della
               MVSN era la dimostrazione della volontà della autorità della RSI di man-
               tenere saldo il controllo sul processo, riducendo al minimo le  caratteristi-
               che giuridiche ed esaltandone la valenza politica. Lo stesso Renzo Montagna
               nelle sue memorie ribadisce le sue perplessità sui criteri di scelta dei suoi
               colleghi di Verona: "i giudici sono  stati scelti tra i fascisti più accesi e fra quelli
               che si tiene il dente avvelenato per quel che hanno sofferto in causa del colpo di Stato
               provocato dal 'pronunciamento' del Gran  Consiglio contro il Duce.  Nel pensiero del
               Partito,  che ha scelto i nomi, vi era certamente questo sentimento:  che tutti abbiano
               del rancore  verso  i diciannove". (30)  Dei  diciannove membri  del  Gran Consi-
               glio  che avevano votato  a favore  l'ordine del giorno Grandi, soltanto sei
               si  trovavano in stato di  detenzione presso  il  carcere dell'ex convento dei
               Carmelitani scalzi, a Verona:  Emilio De Bono, Tullio Cianetti, Carlo Pa-
               reschi,  Luciano Gottardi, Giovanni Marinelli e Galeazzo  Ciano.  Su  que-
               st'ultimo era concentrata l'attenzione di  tutti:  Ciano il  traditore politico
               del fascismo e personale del Duce, il disprezzato genero che attraverso un
               legame  familiare  aveva  raggiunto  il  più  alto  livello  della  carriera  diplo-


               (30)  Renzo Montagna, Mussolini ed il processo di Verona, Edizioni Omnia, Milano, s.d., p. 82.








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