Page 601 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              pur lontanamente all'altezza di quella speciale "sacralità" della Giustizia
              che i grandi sconvolgimenti esigono per poter ben fondare gli ordini nuo-
              vi, anche e forse soprattutto perché le sue "scelte" processuali furono del
              tutto sorprendenti, oscillando tra reati veri  o  supposti come il  regicidio
              di Alessandro di Jugoslavia a Marsiglia nel  1934, le malefatte del S.l.M.
              in Spagna durante la guerra civile, il massacro poi chiamato "delle Fosse
              Adeatine", ed alcuni misteriosi maneggi dietro il paravento della guerra
              itala-etiopica:  senza cioè un disegno lineare, ed alla luce di "istruttorie"
              che nessun organo inquirente avrebbe potuto portare a termine in un tempo
              così  breve e su documenti in pratica inesistenti.  Il  lato peggiore di que-
              st'  opera disordinata ed a tratti affannosa, fu  che il primo mandato di cat-
              tura  - dunque il  più solenne ed  indicativo  per la  pubblica opinione -
              fu spiccato da Sforza già il 28luglio, appena insediato: ma contro Vincen-
              zo Azzolini, ex Governatore della Banca d'Italia, responsabile, secondo il
              capo d'accusa, di  aver consegnato ai  tedeschi,  il  10 settembre del  1943,
              il tesoro aureo della sua Banca.  Era però a tutti noto che il Governatore
              non soltanto aveva fatto il possibile per occultare le sue riserve, ma anche
              che aveva dovuto cederle sotto la minaccia dei  cannoni dei  carri armati
              di Kappler. Eppure, Vincenzo Azzolini rischiò la fucilazione, al processo
              apertosi  il  9  ottobre:  ma  riuscì  a  evitare  il  muro,  in quanto  nella  notte
              precedente la sentenza, un'alta personalità britannica del Governo Milita-
              re avvicinò il Presidente della Corte, spiegandogli che l'arresto ed il pro-
              cesso avevano avuto come unico scopo quello di indurre Azzolini a rivelare
              dove era stata nascosta una parte dell'oro, onde poterla consegnare al Ma-
               resciallo Tito, che la reclamava da tempo: si  trattava infatti della  riserva
              aurea della Banca Nazionale Jugoslava, che le truppe italiane avevano cat-
               turato a Cattaro e Cettigne nel1941, e che poi, su disposizioni del genera-
              le Mario Roatta, era stata versata alla Banca d'Italia "in cauta custodia".
              Il Presidente ebbe una crisi di coscienza che lo portò a votare, la mattina
               seguente,  contro  la  pena di  morte.<ll)
                   Ciò  che  non era  riuscito  con  il  processo Azzolini,  fu  ricercato  con
               quello  al generale  Mario Roatta,  raggiunto  da un mandato di  cattura il
               9 novembre 1944. Questo alto ufficiale, sul quale per sovramercato pen-
               deva una inchiesta "per la mancata difesa di Roma" ~ episodio sul quale
               non esiste chiarezza  nemmeno oggi  - comparve  davanti ai giudici il  29



               (11)  V.  dell'A.  Il cono  d'ombra,  SugarCo  1990, ed  anche  Vita e morte segreta di Mussolini
                   Mondadori,  1978,  al  cap.  "Roatta  e l'oro di  Belgrado".








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