Page 596 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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Con maggiore prudenza, e molte oscillazioni Mussolini seguì la
stessa linea di moto. Già dal 1931/32 forniva all'URSS navi militari e
missioni tecniche, per arrivare poi, il 2 settembre 1933, a quel Patto
itala-sovietico di amicizia, non aggressione e di neutralità che doveva du-
rare sino al giugno 1941, e che fu firmato persornalmente da Mussolini
e Potemkin: uomo assai poco illustrato dagli storici, ma essenziale per com-
prendere qualcosa dei tortuosi percorsi della politica estera sovietica tra
le due guerre. Proprio alla sua influenza si deve, tra l'altro se il riforni-
mento sovietico di carbone e di essenziale petrolio all'italia non cessò nep-
pure nel periodo più acuto della guerra di Spagna, con un controsenso
tanto sommerso quanto incredibile.
Il punto massimo e politicamente più rilevante di tali rapporti sotto-
banco, va dal 1938 al 1940, qando Mussolini, agendo sulla base di accor-
di dei quali non si è ancora e stranamente trovata traccia, divenne il
ricostruttore~ella Marina da guerra sovietica. Furon ceduti i piani delle
corazzate classe Littorio, quelli degli incrociatori pesanti tipo Zara, degli
incrociatori leggeri, dei caccia e sommergibili più recenti. Fu costruito a
La Spezia, e poi venduto, il supercaccia più veloce del mondo, il Taskent:
che probabilmente doveva essere il primo di una serie di dodici, alcuni
dei quali, come lo Scipione ed il Pompeo Magno rimasero in Italia per il so-
praggiunto scoppio del conflitto. Dal canto loro, i sovietici misero sullo
scalo quattro supercorazzate Littorio ed una grande quantità di incrociato-
ri tipo Zara: ma lo fecero con ingegneri e maestranze italiane, con le quali
giunsero i gruppi motori, le artiglierie, le ottiche, gli apparati di naviga-
zione e di collegamento.
È assai strano che ancora oggi non sia comparso alcuno studio sul
vasto ma coperto allarme mondiale che una tal opera di potenziamento
di una Marina di terz'ordine, come quella sovietica, produsse specialmen-
te in Inghilterra e Turchia: né che non si sia indagato a fondo su qual
tipo di intesa dovette pur esistere tra Roma e Mosca a quel fine. È fuor
di dubbio che attorno al 1942/1943, con l'entrata in servizio nelle acque
europee di quattro supercorazzate sovietiche si sarebbe venuta a creare
la minaccia di una coalizione navale vincente tra russi, tedeschi ed italia-
ni. Cosa che gli inglesi soppesarono al punto giusto.<6>
(6) In nessuno del numerosi studi sulla ba/ance of power navale nel mondo al momento
dello scoppio del conflitto compare mai la componente savietica. Eppure, le quattro
navi da battaglia in costruzione denunziavano un disegno operativo a medio termine
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