Page 600 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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l PROBLEMI DELL'EPURAZIONE 599
aprile 1944, Palmiro Togliatti fu forse il primo ad indicare quale poteva
essere la via della salvezza, dicendo: "la questione dell'epurazione non deve mettere
in pericolo la ricostruzione e deve essere rimandata a guerra finita''.
Una tale impostazione, e quella parallela, anche se meno esplicita della
Democrazia Cristiana dovevano portare, il 2 giugno 1946, con le elezioni
per la Costituente, al sorprendente risultato di una polarizzazione accen-
tuatissima, con tre sole liste, su 56, che si spartirono quasi 1'80 per cento
dei voti.<9>
Con la promulgazione della Legge organica n. 59 del 27 luglio 1944
si dava una normativa più ampia alla questione della punizione dei delitti
fascisti con Alto Commissariato presieduto dal conte Carlo Sforza, e con
un'alta Corte di giustizia, strutturata in forme almeno discutibili: infatti,
il giudizio ne era inappellabile, e la pena massima irrogabile era quella
di morte, cosa che ovviamente toglieva ai giudicandi quasi tutte le garan-
zie giuridiche essenziali. Anche l'imparzialità della Corte era fortemente
dubbia, per non dire inesistente, trattandosi in definitiva di un Tribunale
politico che si considerava oltretutto "parte lesa" rispetto a coloro che se-
devano sul banco degli accusati. Infine, l'Alta Corte era designata ad ope-
rare non soltanto in un clima difficilissimo per le accese passioni, ma anche
in un momento nel quale, stante la divisione in due dell'Italia per effetto
delle operazioni militari, non era nemmeno possibile agli accusati far cita-
re a discarico eventuali testimoni che si trovassero al di là della linea del
fronte.
Occorre dire che il conte Sforza, tornato in Italia dagli Stati Uniti
nella presunzione di poter accedere alla Presidenza del Consiglio, e forse
successivamente a quella di una futura Repubblica italiana, dovette muo-
versi in un terreno assai ostile, non solo da parte dei gruppi politici o di
pressione interni, ma anche per effetto della radicata inimicizia riserbata-
gli da Winston Churchill, il quale, già 1'8 aprile 1944 aveva comunicato
in Italia ad Harold Macmillan, senza mezzi termini, il suo parere: "Fate
quel che potete per tener lontano Sforza da un qualsiasi incarico di effettivo potere''.
E non fu la piu brutale delle sue espressioni. o o>
Anche tenuto conto di questo limite politico, si può oggi serenamen-
te concludere che l'opera di Sforza come Grande Epuratore non fu nep-
(9) Vedi Celso Ghini, Il voto degli italiani, Ed. Riuniti, 1975.
(l O) "Vi rimando il vecchio scemo" , e "Il conte Sforza non è un gentiluomo" , sono altre due
espressioni del Premier britannico nel 1944.
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