Page 148 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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              Resistenza in Piemonte, L'insurrezione in Piemonte, Atti del convegno del 18-20
               aprile 1985, Angeli, Milano,  1987). Il Piemonte è caratterizzato dal mag-
              gior  concentramento di  formazioni  di  montagna,  nonché  di  formazioni
               non  comuniste  (Giustizia  e  Libertà,  Matteotti,  Rinnovamento,  Mauri).
                   Secondo  lo  Stato  Maggiore  della  R.S.I.  dal maggio  al  giugno  1944
               i partigiani piemontesi sarebbero passati da 10 a 25 000. Una "Memoria
              sull'organizzazione militare partigiana nella regione piemontese"  (proba-
              bilmente stilata dal CMRP) stimava, all5 settembre, una forza di 32 000
              uomini,  di  cui  12 000 garibaldini,  8500  autonomi  (di  cui  5-6000  delle
               Mauri),  7500 giellini  e  4000  delle  Matteotti.
                   Un rapporto del colonnello Stevens, capo della missione alleata nelle
              Langhe, sosteneva che nel marzo 1945 vi fossero in Piemonte 11 000 par-
              tigiani ''ben armati'', di cui il40 % garibaldini, il 30 % giellini, un quarto
              autnomi  e  un  5%  matteottini  e  cattolici  (Fo  371/49801  Zm 2283).

                   La  stima  sembra tuttavia  riflettere  in modo tautologico  l'entità dei
               rifornimenti di armi effettuati dagli Alleati fra il  1°  febbraio e il  l 7 aprile
               1945:  lO 411 fucili e sten,  1178 mitragliatrici, 8642 munizioni per armi
              leggere, 240 mortai e armi anticarro con  lO 267 munizioni, e 31 465 mi-
               ne e granate (W o 204/7024 To Patriots of the North, messaggio del gene-
               rale  Mark Clark,  Appendice D  al  Rapporto  del  15°  Gruppo d'Armate,
               18  aprile  1945).
                   Del resto i piani operativi del  30 gennaio (Piano OP E27) e del 20
               febbraio (Piano Liberazione di Torino) prevedevano il concentramento su
              Torino di 9750 uomini (6800 dalle Zone III, IV e VIII, 600 giellini dalla
              VI,  350 garibaldini  dalla  V  e  2000  distaccati  dalle  Zone II  e VI).
                   Tuttavia, sommando i dati (lacunosi) relativi alle singole formazioni
               e Zone, si  può stimare che alla vigilia dell'Insurrezione vi  fossero  in Pie-
               monte 30 000 partigiani e lO 000 patrioti. Una cifra che corrisponde alla
               stima di 40 000 avanzata nella "Relazione sul movimento partigiano" pre-
               sentata dal CLNAI il  10 luglio  1945 (AIRSP, B 23 VI). Se  ne  ricava che
               la  forza  media delle 48 Divisioni e delle  264 Brigate dipendenti dal Co-
               mando· regionale  era  rispettivamente  di  600  e  150  uomini.
                   È interessante osservare che a grandi linee le qualifiche riconosciute
               per l'intera Regione Piemonte corrispondono a queste valutazioni. Infatti
               nel primo ventennio di attività la Commissione regionale riconobbe 33 175
               combattenti,  5 598  caduti,  204  mutilati  (totale  38 977  partigiani),  più
               24 029  civili  tra  sappisti  e benemeriti.








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