Page 146 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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formazioni operanti nelle aree metropolitane e industriali fu sicuramente
assai più alto del 62% che si ricava dal rapporto numerico delle Brigate
di città.
Al contrario, il peso relativo dei "garibaldini" rispetto al totale dei
partigiani di montagna è forse inferiore al46% ricavato dal rapporto nu-
merico tra le Brigate d'assalto. Si deve premettere che le formazioni gari-
baldine avevano in genere effettivi superiori a quelli delle altre. Tuttavia
alla vigilia o durante l'Insurrezione furono soprattutto i garibaldini ad
aumentare il numero delle Brigate, mediante sdoppiamento di quelle pree-
sistenti. Inoltre si deve tener conto che una parte considerevole delle for-
mazioni d'assalto garibaldine operava in prossimità dei grandi centri, con
modalità e obiettivi meno differenziati rispetto a quelli delle formazioni
di città (e in particolare dei GAP, che erano quasi esclusivamente comu-
nisti). Del resto, con i 4-5 mila iscritti che vantava all'epoca dell' armisti-
zio, il PCI era l'unico dei Partiti antifascisti in grado di organizzare in
modo relativamente centralizzato il lavoro di coordinamento e regolariz-
zazione delle bande. Dei 1673 Quadri delle Brigate Garibaldi accurata-
mente registrati da Pietro Secchia, solo 168 erano divenuti tali nel corso
della guerra partigiana, per lo più giovani ufficiali di complemento e per-
sino di carriera convertiti al comunismo. Tutti gli altri, come osserva Pao-
lo Spriana (Storia del Partito comunista italiano, V, Torino, 1975-76, 26-3 7),
erano vecchi dirigenti, in parte con esperienza militare acquisita in Spa-
gna o nella resistenza francese. Comandate da Luigi Longa, già Ispettore
generale delle Brigate internazionali in Spagna, le Brigate Garibaldi rag-
giunsero un totale di 575, cioè il 538 delle 1090 Brigate partigiane uffi-
cialmente riconosciute. Tuttavia, se il rapporto viene calcolato in riferimento
alle sole Brigate dell'Alta Italia, scende al 48%, e al 46% se si tiene conto
solo di quelle d'assalto (217 468).
Le Garibaldi erano riunite in 60 Divisioni da montagna (55 "d' as-
salto" o "alpine" e 5 "Leggere") e 21 comandi SAP (13 Divisioni, 5 Rag-
gruppamenti e 3 Gruppi di Brigate). Il valore dei "garibaldini" è dimostrato
dal centinaio di medaglie d'oro al Valor Militare (un terzo del totale) e
200 d'argento loro conferite. Destituita di ogni fondamento è però la ci-
fra di 42 000 caduti e 18 000 mutilati, invalidi e feriti sostenuta da Sec-
chia: basti a confutarla il fatto che supera di una volta e mezzo il totale
di tutte le vittime della Resistenza in territorio nazionale.
Le Brigate "gielline", comandate da Ferruccio Parri, furono ufficial-
mente 151: 115 di montagna o zona collinare e 36 di città, riunite in 22
Divisioni e concentrate soprattutto in Piemonte (12 Divisioni). Nel marzo
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