Page 141 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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LE FORMAZIONI PARTIGIANE ALLA LIBERAZIONE 133
ai riconoscimenti, queste ultime avrebbero infatti costituito il 16.6% dei
patrioti e benemeriti (20 000), ma addirittura il 18.9% dei combattenti
(3 5 000) in territorio nazionale. Anche ammettendo che tali proporzioni
corrispondano ai criteri fissati dalla legge e riflettano l'effettivo contribu-
to femminile al complesso delle attività Resistenziali, basta poco a dimo-
strare che non riflettono la realtà storica della guerra partigiana.
Fortunatamente le donne cadute o fucilate furono solo 620, pari
all' 1.8% delle "combattenti" riconosciute, mentre per gli uomini si regi-
stra un tasso decuplo (18.9). Ciò significa che i nazifascisti risparmiavano
le donne? O piuttosto che i riconoscimenti sono stati concessi applicando
criteri diversi a seconda del sesso?
Infatti, relativamente ai maschi, la qualifica di "combattente" impli-
ca nella maggioranza dei casi l'aver appartenuto alle formazioni di mon-
tagna o ai GAP, mentre quella di "patriota" si applica prevalentemente
alle formazioni SAP, territoriali o cittadine, generalmente disarmate e at-
tivate solo al momento dell'Insurrezione. Ora è ben noto e documentato
che le donne, se furono relativamente numerose nei GAP e forse in mag-
gioranza tra gli addetti ai servizi logistici e di collegamento, furono solo
eccezionalmente ammesse nelle formazioni di montagna, e quasi esclusi-
vamente per ragioni contingenti, assai spesso di carattere sentimentale o
familiare.
Le considerazioni svolte implicano che, per calcolare, sia pure molto
grossolanamente, il numero degli appartenenti alle formazioni di monta-
gna, occorre sottrarre dal totale dei "combattenti" riconosciuti quanto meno
l'aliquota femminile (compensando le poche centinaia di donne regolar-
mente inquadrate in tali formazioni con le poche centinaia di combattenti
maschi inquadrati nei GAP).
Dedotte le donne, resterebbero dunque, in territorio nazionale, solo
15 2 000 combattenti, di cui circa 11 O 000 per l'Alta Italia. Per calcolare
quanti prestarono effettivamente servizio nelle bande va aggiunta natural-
mente una parte (non precisabile) dei 50 000 caduti, fucilati, mutilati e
invalidi: solo una parte, però, perché nel dato complessivo sono comprese
anche le perdite verificatesi tra patrioti e benemeriti oppure durante l'In-
surrezione. Diciamo che su questa base si ricava un totale di poco inferio-
re ai 200 000 partigiani inquadrati nelle formazioni di montagna, di cui
al massimo 15 O 000 in quelle operanti in Alta Italia.
Assai più difficile è dedurre da queste cifre quanti fossero i partigia-
ni in armi al momento dell'Insurrezione. Oltre ad una parte dei morti e
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