Page 138 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               alla  contraerea tedesca  in Germania o ai  battaglioni lavoratori  destinati
               alla  costruzione  della  Linea  Gotica.
                   In realtà l'incremento della guerriglia appare determinato soprattut-
               to dall'avanzata alleata in Italia centrale, e dalla generale convinzione che
               il XV Gruppo d'Armate avrebbe valicato l'Appennino emiliano prima del-
               l'autunno. Rispondendo al radiomessaggio lanciato 1'8 giugno dal genera-
               le  Alexander,  rifornite  di  armi,  esplosivi  ed  equipaggiamenti  mediante
               aviolanci, e talora guidate dalle missioni di collegamento alleate, le forma-
               zioni partigiane scesero in pianura con operazioni di sabotaggio e guerri-
              glia  coordinate con l'avanzata delle forze  alleate e con  i bombardamenti
               aerei. Tali azioni ebbero anche l'effetto collaterale di ampliare le opportu-
               nità di  propaganda,  reclutamento e  inquadramento effettivo.  Le  forma-
               zioni furono inoltre rinforzate dagli arruolamenti condotti nelle quindici
               "Repubbliche partigiane" (dove talora venne costituita la Guardia Nazio-
               nale) e da migliaia di disertori non solo della R.S.I., ma anche della stessa
               Wehrmacht,  in particolare dei  battaglioni reclutati  in Europa Orientale e
               tra gli  ex-prigionieri  catturati al  fronte  russo.
                   Secondo Parri (Bocca, 337-338) in luglio i partigiani erano già 50 000,
               di cui metà garibaldini, 15 000 giellini, 8000 autonomi e 2000 tra sociali-
               sti e repubblicani. Per il mese di agosto le  stime vanno da 60 000 (Gior-
               gio  Pisanò,  Storia  della  guerra  civile  in  Italia,  Milano,  1966,  III,  1801) a
               70 000 (Bocca) sino a 94 000 (Argomenti,  bollettino dell'Ufficio stampa del
               CLNAI,  n. 30. 20 gennaio  1946). In agosto il numero delle Brigate d'as-
               salto Garibaldi era salito ad una cinquantina, e alcune cominciavano ad
               essere raggruppate in Divisioni d'assalto (Attilio Tamaro, Due anni di sto-
               ria,  Roma,  1948,  Il,  2343-44).
                   Sempre  secondo  Parri,  alla  fine  dell'estate  i  partigiani  erano  saliti
               ormai a  80 000 (Tamaro,  III,  176).  Kesselring (Memorie  di guerra,  1954,
               ed.  Garzanti,  257 e 262) li  valutava  a  100 000,  mentre i suoi servizi  di
               informazione stimavano  che  da giugno  ad agosto  avessero  neutralizzato
               30-35 000 tedeschi,  di  cui  5000 uccisi  e il  resto feriti  o catturati, ad un
               ritmo quotidiano di  10-15  "azioni singole", e con perdite notevolmente
               inferiori  a  quelle  inflitte  al  nemico.  Il  servizio  informazioni  della  R.S.I.
               (SID) li valutava invece a 140-150 000 (Aldo Gamba, I notiziari segreti del-
               l'Ufficio Informazioni dello  Stato Maggiore della R.S.l., Apollonia, Brescia, 1961).
                   Tuttavia, pur conservando la capacità di molestare le immediate re-
               trovie del fronte e minacciare i passi dell'Appennino Ligure ed Emiliano,
               i partigiani  non  riuscirono  ad impedire la  costruzione del  Vallo  Alpino








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