Page 134 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                    La  dimensione militare, già da tempo espunta dalle  interpretazioni
               storiche e politologiche della Resistenza, è infine del tutto scomparsa dalle
               celebrazioni  del  Cinquantenario della  Liberazione.  Ciò  ha  contribuito a
               differenziarle  in  modo  nettissimo  e sintomatico da  quelle tenute in altri
               paesi per l'anniversario della Vittoria alleata, e che hanno avuto una inne-
               gabile intonazione militare, geopolitica e intenzionalmente antitedesca. Al-
               l'opposto, l'enfasi esclusivamente "antifascista" impressa dalle contingenze
               politiche interne del 1995 alla celebrazione milanese, ha paradossalmente
               posto in risalto  proprio quanto profondamente e accuratamente la Resi-
               stenza,  e  non  solo  la  guerra  partigiana,  sia  stata  in  realtà  rimossa  dalla
               coscienza nazionale. Una conseguenza forse inevitabile delle ipocrite stru-
               mentalizzazioni politiche cui è stata sottoposta nell'ultima fase del regime
               partitocratico e consociativo che  pretendeva indebitamente di derivarne
               e nobilitarsene. Ma che certamente nuoce gravemente alla  comprensione
               della storia e all'autocoscienza nazionale. La  rimozione degli aspetti mili-
               tari ha la sua parte in questo deficit di storicizzamento. Essa ha infatti con-
               sentito di rimuovere il fatto che la Resistenza fu anche una guerra nazionale
               contro il tedesco invasore e "i suoi sgherri fascisti", giudicati perciò tradi-
               tori della patria prima ancora che avversari della democrazia e della liber-
               tà: e non soltanto l'occasione di rivincita dei Quadri antifascisti su coloro
               che  li  avevano  sconfitti  nella  cruenta guerra  civile  del  1919-25  (costata
               tra  i  2500  e  i  4000 morti).
                    Naturalmente ciò riflette la  questione delle diverse interpretazioni e
               dell'uso politico attualizzante della Resistenza. Un tema troppo complesso
               da affrontare in questa sede e che il lettore eventualmente interessato alle
               mie opinioni potrà trovare trattato in altro mio scritto (' 'Das End e eines
               Mythos. lnterpretationen und politische  Praxis  des  italienischen Wider-
               stands in der Debatte der fruehen neunzinger Jahre", in Peter Bettelheim
               e Robert Streibl, Tabu und Geschichte,  Picus Verlag, Wien,  1994, 129-74).
                    Ma alle  originarie ragioni  ideologiche  si  è  aggiunto,  già ben prima
               del  1989, un altro e ancor più poderoso fattore di rimozione storiografi-
               ca,  e cioè il crescente assorbimento dell'Italia - e in particolare delle Re-
               gioni maggiormente segnate dalla Resistenza- nell'area a diretta influenza
               politico-economica della  Germania democratica,  secondo  cesure geoeco-
               nomiche che corrispondono esattamente alle antiche Operationszonen  Voral-
               penland e  Adriatische  Kuestenland,  se  non  proprio  alla  cosiddetta  "Linea
               Gotica".
                    Di conseguenza, non tanto paradossalmente, mentre nel revisionismo
               europeizzante della storiografia tedesca democratica si afferma la tendenza








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