Page 209 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL PROBLEMA DELL'ORDINE PUBBLICO 201
Un altro grave problema che le forze dell'ordine dovettero affrontare
fu quello della restituzione delle armi da parte di alcune frange di organiz-
zazioni partigiane.
Si assistette alla formazione di polizie locali ausiliarie e civili. Valga
un esempio per tutti: a Bologna nel mese di settembre, fu ricostruito l'an-
tico corpo delle "Pattuglie cittadine" , soppresso dal fascismo, e sotto la
sorveglianza della locale Questura: era formato da persone di ogni ceto,
penalmente selezionate che volontariamente disimpegnarono a turno, alle
dipendenze degli agenti di pubblica sicurezza, pattuglioni notturni in Città.
In Valle d'Aosta si verificarono diverse manifestazioni a fa v ore del-
l'annessione di quelle terre alla Francia.
Nell'Italia del centro e del sud, fatta eccezione per la sola Puglia, i
motivi di turbativa dell'Ordine Pubblico sono da collegarsi alle misere con-
dizioni di vita, al problema della ripartizione delle terre tra i contadini,
alla disoccupazione dilagante ed alla mancanza spesso anche di viveri es-
senziali, che determinò sovente l'assalto di treni, autocarri e magazzini per
procurarsi generi di prima necessità come accennato. Fatto salvo il feno-
meno separatista in Sicilia, la Puglia fu la sola regione dove la politicizza-
zione delle masse agricole determinò gravissima turbativa dell'Ordine
Pubblico che sfociò, poi, naturalmente in episodi di delinquenza comune
ed organizzata.
A Ferrandina, Minervino Murge, ad Andria, a Corato ed a Franca-
villa Fontana i Comandi dell'Arma dovettero fronteggiare spesso tentativi
di assalti alle caserme e furono fatti con frequenza segno a vere e proprie
imboscate con relativi morti e feriti. Il Comandante militare della piazza-
forte di Bari così si esprimeva al riguardo: "ho sentito più volte il Coman-
dante della Legione ripetere e sottolineare che tutto ciò che hanno fatto
i suoi reparti in stretto rapporto e conoscenza con precisi e specifici ordi-
ni del Governo secondo i quali occorre evitare ad ogni costo il conflitto.
Ammetto di non avere elementi di giudizio completi per esaminare
la condotta dell'Arma in relazione alle direttive del Governo avute per mezzo
di ordini dell'Autorità Politica, né mi sentirei autorizzato a farlo, ma non
mi sono sentito di tacere nell'interesse dell'Arma, dell'Esercito e del Pae-
se, convinto come sono che la forza dei Carabinieri risiede solo nel loro
prestigio, che il prestigio dell'Arma vuol dire affermazione di pace, di tran-
quillità e di ordine, che oggi ciò è vero più che mai, volendo fare appello
alla saggezza delle popolazioni verso cui giustamente ripugna l'impiego
della forza.
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