Page 208 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               crearono le premesse per il perturbamento dell' ordiné pubblico. Peraltro
               risulta spesso poco agevole scindere l'attività di Ordine Pubblico da quel-
               la di Pubblica Sicurezza. Non vi è dubbio che le diverse vicende politiche
               e di guerra che avevano caratterizzato la vita della popolazione del Nord
               rispetto a quella del Sud, dopo 1'8 settembre, diversificano in parte le mo-
               tivazioni per le quali si verificarono turbamenti della vita quotidiana. In-
               fatti  se  alcune cause erano comuni a tutta la  penisola,  come il  caro vita,
               la  continua svalutazione della  moneta,  il  mancato aumento  dei  salari ed
               il loro adeguamento al costo della vita, la  carenza dei generi di prima ne-
               cessità che favoriva la borsa nera, il mantenimento della cassa integrazio-
               ne, la  realizzazione dei consigli di gestione, la costituzione di cooperative
               di  consumo, la  soluzione del  problema alloggiativo,  le  istanze dei  reduci
               della prigionia e dei campi d'internamento, altre cause erano peculiari di
               alcune  zone  del  nostro  Paese.
                   Nell'Italia settentrionale le accese passioni politiche, le distruzioni ope-
               rate dalla guerra ed i soprusi e le  violenze compiute su larga scala  ed  in
               maniera a volte efferata dai nazi-fascisti determinarono gravissimi fatti cri-
               minosi  che  sconvolsero  l'Ordine Pubblico.

                   Si  assistette  in Emilia  Romagna  a  numerose  dimostrazioni  ostili  ai
               Carabinieri, che venivano identificati come i ri pristinatori dell'ordine con
               la conseguente perdita di potere da parte di gruppi eterogenei che di fatto
               avevano avuto sino a quel momento il controllo di quelle zone, con tenta-
               tivi  di  occupazione di stazioni.  A volte  per sedare i  disordini  si  dovette
               consentire che elementi della Polizia partigiana svolgessero le funzioni  di
               polizia  affiancando i  Carabinieri ed  alle  dipendenze dei  Comandanti di
               Stazione.  I fatti  più gravi si  verificarono  dal mese  di  maggio  in poi  con
               i tentativi di occupazione delle stazioni di Correggio, Novellara, Scandia- ·
               no,  Bagnolo  in  Piano,  Campo  Galliano  e Savignano  sul  Panaro.

                   Nonostante una relativa calma dovuta sia alla presenza di formazio-
               ni militari alleate sia agli ordini segretamente impartiti dai capi di nume-
               rose formazioni di ex partigiani ai loro uomini al fine  di  non disgregarsi
               per trarre profitto  da  un  eventuale  precipitare della  situazione politica,
               si verificarono in gran parte dell'Italia del Nord assalti a carceri da parte
               di "ignoti" con relative esecuzioni di esponenti fascisti colà detenuti, non-
               ché vendette sia personali che politiche.  Particolarmente efferato l' episo-
               dio accaduto a Ferrara nel quale sconosciuti armati penetrarono all'interno
               del locale carcere e dopo aver riunito 48 detenuti ne uccisero 13 a raffiche
               di  mitra,  giustiziando  anche  il  Capo guardia.









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