Page 28 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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L'ULTIMA FASE DELLA GUERRA IN ITALIA 27
potessero ritirarsi nelle Alpi ed organizzare una nuova linea dietro l'Adi-
ge, cioè quella linea "Veneta" - i cui lavori di fortificazione erano inco-
minciati fin dal luglio 1944 -alla quale Hitler attribuiva un'importanza
fondamentale ai fini della prosecuzione della resistenza. In tale quadro la
maggiore enfasi veniva ad essere attribuita all'azione di " sfruttamento del
successo" , mentre nel corso della F fase della battaglia di Romagna essen-
do stata considerata prioritaria la necessità di trattenere in Italia quante
più forze tedesche possibili - si era attribuita maggiore importanza ad
un'azione che costringesse i Tedeschi ad un'onerosa azione di contenimento.
Addirittura si potrebbe sostenere che non fosse conveniente per gli
alleati sfruttare il successo nell'autunno del 1944 in quanto le forze tede-
sche sottratte sarebbero andate a rinforzare gli altri due fronti (occidenta-
le e orientale) dove gli Alleati stavano preparando l'offensiva decisiva. Tale
tesi darebbe ragione a una considerazione del Gen. Puddu secondo il qua-
le "il procedimento prudenziale" assunto dagli Alleati nel corso di tutta
la campagna d'Italia - " rigidamente pianificato in precedenza, può esse-
re anche il riflesso di una strategia che pare abbia perseguito obiettivi
politico-geografici più che quello della distruzione del nemico".
La situazione strategica tedesca presentava ancora delle analogie con
quella dell'inverno precedente e la questione cruciale era se Hitler avreb-
be consentito in tempo utile l'attuazione del piano "nebbia autunnale",
che era già stato silurato nella fase autunnale e che la debolezza delle posi-
zioni difensive, sulle quali si trovavano "aggruppati" i tedeschi in prima-
vera, rendeva ancora più necessario. Indubbiamente la debolezza delle
posizioni difensive tedesche imponeva un ripiegamento strategico sulle Alpi,
ma l'OKW volle rinviarlo quanto più a lungo possibile perché giudicava
di importanza essenziale l'occupazione dell'Italia settentrionale sia per la
produzione di armamenti, sia come fonte di rifornimenti alimentari.
Tuttavia il piano di ritirata "nebbia autunnale" fu riesaminato e svi-
luppato: esso, nella considerazione che sarebbe stato impossibile arrestare
gli alleati a sud del Po, prevedeva l'attuazione di una difesa "mobile" su
più posizioni (linea Irmgard sul Senio, linea Laura sul Santerno, linea Paula
sul Sillaro e la linea Gengis Khan sull'Idice, a protezione di Bologna), il
contenimento sulla linea del Reno e l'attivazione della linea Veneta ap-
prontata sull'Adige, dopo una lenta ed abile ritirata attraverso il P o (per
la quale la zona adriatica doveva costituire la cerniera per tutte le forze
da recuperare, comprese quelle della R.S.I.) prima che lo sfondamento al-
leato rendesse critica tale ritirata.
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