Page 375 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL  RITORNO  DEI  PRIGIONIERI  DI  GUERRA                         367

               risposta unanime ma come l'adesione alle tesi del 'necessario' ritorno, ne-
               cessario sia a coloro che avevano bonificato queste colonie, cioè ai profu-
               ghi,  sia  necessario  alle  stesse  popolazioni  africane alle  quali  la  presenza
               italiana non era mai stata negativa nei suoi risultati finali di modernizza-
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               zione  e  di  sviluppo  economico  e  sociale.< ll
                    All'indomani della firma del Trattato di Pace di Parigi, le attività ci-
               vendicative dei profughi d'Africa e d'altrove si fanno più sostenute: dopo
               Bari,  si  svolse  a  Padova,  il  20  ottobre  1947  uno  speciale  convegno  con
               un  intitolato estremamente esplicito quanto alla  "Risoluzione della  que-
               stione coloniale italiana e pronto ritorno dei  profughi in Libia,  Eritrea e
               Somalia sotto l'egida dell'amministrazione fiduciaria  italiana". Effettiva-
               mente il trattato di pace non aveva affrontato il problema della sorte defi·
               nitiva  delle  ex-colonie  prefasciste  dell'Italia  ed  ogni  soluzione  pareva
               possibile;  e  perciò  i  profughi  esprimevano  la  loro  scelta,  lievemente  di-
               scordante da quella che sembrava aver preso corpo a Bari. Essi protesta-
               vano energicamente contro la politica che pareva rinunciataria del governo
               italiano e contro i provvedimenti che esso aveva appena preso al riguardo
               dei profughi. A questo proposito l'intento ufficiale del governo pareva con-
               fuso.  In  un  primo momento  sembrò  consistere  nel  fare  rientrare  al  più
               presto  questi  nuclei  familiari  nelle  loro  sedi  prebelliche,  sia  perché così
               sembrava  auspicato  dagli  interessati,  sia  perché  nelle  imminenti  discus-
               sioni sulla sorte delle colonie italiane, da parte delle Nazioni Unite, queste
               presenze rafforzavano le tesi italiane di un ritorno all'amministrazione ita-
               liana delle colonie prefasciste nel loro complesso. Pertanto questo proble-
               ma  del  ritorno  che  per  motivi  opposti  le  potenze  occupanti,  Francia  e
               soprattutto Gran Bretagna osteggiavano, dominò l'attività governativa fin
               quasi alla conclusione del trattato di pace di Parigi. Il documento più im-
               portante al riguardo è la  relazione dell'ufficio di gabinetto del Ministero
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               dell'Africa Italiana che ben chiariva questo intento. < > In un secondo mo-
               mento, forse di fronte a talune difficoltà politiche generali, il governo sembrò
               non aver fatto delle vere e proprie scelte oscillando tra un parziale ritorno
               ed un auspicato  reinserimento  nella  vita  nazionale italiana  dei  profughi
               e delle loro famiglie. Posti di fronte a questa politica dominata dalle incer-
               tezze nelle scelte, i profughi decisero nel Congresso di Padova di prendere


               (21)  Mario Vannuccini,  Quale sarà il destino  degli  italiani d'Africa? Editrice Faro, Roma,
                   1945.
               (22)  Relazione sull'attività del Ministero dell'Africa Italiana al  15  ottobre 1945, Roma,
                   Pubblicazione  segreta,  Gabinetto,  1945,  p.  4-5.








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