Page 370 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               problema del rimpatrio degli italiani dai campi di prigionia era realmente
               al  centro delle  preoccupazioni del governo  italiano,  ma sappiamo altresì
               che esso rientrava nel generale problema del trattamento che all'Italia vo-
               levano riservare gli anglo-franco-sovietico-statunitensi,  incerti com'erano
               tra un riconoscimento di una cobelligeranza generosamente offerta dall'I-
               talia ed un desiderio di pura vendetta contro l'Italia del  10 giugno  1940
               che  essi  ancora  ritenevano  di  dover  colpire.0°>
                   Mentre nell'Italia liberata il problema degli ex-prigionieri e degli In-
               ternati militari italiani in Germania andava impostandosi, cresceva a vi-
               sta d'occhio un altro problema che riguardava le sequele umane della guerra
               perduta, e cioè l'arrivo di  notevoli quantità di italiani dall'estero e dalle
               ex  colonie  italiane.  Questo  problema  non  è stato mai  posto  in evidenza
               dalla storiografia italiana mentre altrove, in casi che possiamo considera-
               re  simili,  l'attenzione  degli  studiosi  stranieri  è  stata  altissima  e  ricca  di
               analisi.  (11)  Infatti mentre i cittadini francesi,  belgi,  olandesi, portoghesi ed
               inglesi, tornati dalle colonie,  per vari eventi connessi alla  seconda guerra
               mondiale ed alle sue conseguenze sono stati al centro di ricerche storiche
               importanti, in Italia, nessuno ha posto mai l'accento su questo grave pro-
               blema  post-bellico.  E  non  si  creda  che  esso  sia  di  poco  conto  sul  piano
               quantitativo.  Dalle  colonie  italiane tornarono  durante  e  dopo  la  guerra
               quasi mezzo milione di  italiani, mentre oltre duecentomila dovettero ab-
               bandonare le loro residenze all'estero. Dalla Libia, dalla Somalia, dall'Eri-
               trea e dall'Etiopia gli ex-coloni dovettero rientrare per le mutate condizioni
               politiche locali mentre dall'Africa del Nord francese,  dall'Egitto e da altri
               Stati arabi dovettero rimpatriare, espulsi o comunque non graditi, nell'im-
               mediato  periodo  successivo  al  conflitto.
                   Evidentemente il discorso va fatto a partire dagli elementi cronologi-
               ci  che scandisce questi ritorni: esso inizia nel maggio 1940 con il gruppo
               dei  bimbi italiani di Libia,  circa  11  mila,  inviati  in  'vacanze anticipate'
               dal governatore ltalo Balbo e prosegue fino  al  195 5 con il  rimpatrio  di
               notevoli  quantità di  italiani dai  territori d'Asia  o d'Africa,  vittime degli


               (10)  Si vedano al riguardo i primi quattro volumi dei Documenti Diplomatici Italiani, della
                   serie decima  1943-1948 che sono stati pubblicati dal Ministero degli Affari Esteri
                   nel  1992-1995.
               (11)  Una discreta bibliografia sull'intero fenomeno viene offerto nello studio diJean Louis
                   Miège, "Rapatriès. Les retours. Les mouvements induits. Accueil et réinstallation" ,
                   in Encyclopaedia Universalis,  Parigi, varie date, p. 529 e sg. e a cura dello stesso L'Eu-
                   rope retrouvée.  Les  migrations  de  la décolonisation,  Parigi,  L'Harmattan,  1994.








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