Page 369 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL RITORNO DEI PRIGIONIERI DI GUERRA 361
uomini, ex combattenti ed ex prigionieri dopo quello che hanno visto e
vissuto?". E quanto all'accoglienza della patria ritrovata "quasi tutti sono
stati ripagati con la stessa soprattutto i prigionieri a rendersi conto di quale
grave periodo avesse attraverso la patria, a loro quasi totale insaputa ed
insistendo sull'enorme dimensione della crisi che l'Italia era chiamata ad
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moneta: la delusione" .< >
Contro un simile diffuso sentimento, le autorità italiane non manca-
rono di reagire invitando ad affrontare in chiave di ricostruzione. Fin dal-
la Pasqua del 1944, il capo del governo Mar. Badoglio, aveva inviato da
Salerno un messaggio a tutti i prigionieri non trascurando di dire loro che
erano stati "quasi dimenticati per tanto tempo, quando si sarebbe dovuto
fare qualcosa di più ... " ed insisteva nel precisare le intenzioni del nuovo
governo a loro riguardo: " Nelle difficoltà di ogni genere, in cui si dibatte
il Paese, intento a dare alla cobelligeranza il massimo apporto sul fronte
di battaglia e nelle retrovie, mentre va cercando di risanare, con l'aiuto
degli Alleati, alcune delle sue più profonde ferite, vi assicuro che ogni sforzo
è stato fatto ora da parte del governo di Sua Maestà il Re per migliorare
le vostre condizioni, per ridarvi quanto più completa è possibile, la vostra
personalità di soldati italiani, per darvi la certezza che siete sempre i no-
stri figli cari ... " .<9> Anche il suo successore Ivanoe Bonomi non mancò di
indirizzare, il 17 maggio 1945, a liberazione avvenuta ed a pace raggiun-
ta un messaggio ai prigionieri di guerra ancora in attesa del rimpatrio sol-
lecitando la loro 'disciplina' ed il loro 'sentimento nazionale' allo scopo
di cooperare con gli alleati e avere piena fiducia nei riguardi delle nuove
autorità italiane: "Le esigenze della ricostruzione della vita nazionale re-
clamano la presenza in Patria di questi che sono tra i suoi figli migliori,
ma nell'attesa che il rimpatrio si possa compiere e che si effettui intanto
la liberazione dello stato di prigionia che il governo persegue con tutti i
mezzi, saranno ugualmente serviti gli interessi italiani, se i prigionieri di
guerra persevereranno nella cooperazione che hanno sino ad oggi presta-
to ... " E più tardi, l'allora ministro per l'Assistenza Post-bellica, Emilio Lus-
su, esortava, il 17 agosto 1945, ad avere pazienza nell'attendere decisioni
che per i prigionieri di guerra nella mani degli alleati tardavano ad essere
prese in modo globale. Oggi, dopo la recente pubblicazione dei Documenti
diplomatici italiani e di altre fonti diplomatiche e militari, sappiamo che il
(8) Carlo Vicentini, Noi soli vivi, Milano, Cavallotti, 1986, p. 321.
(9) V. Vailati, Badoglio racconta, Torino, ILTE, 1955, p. 215 .
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