Page 364 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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all'approvazione delle autorità alleate di controllo. In base a questo piano
che iniziò a realizzarsi con l'anno 1945, si ebbero, entro il primo febbraio
1945, nel gruppo dei quattro Centri alloggio pugliesi 31200 rimpatriati
reduci dalla Grecia e Balcania (26 800) e dall'Africa Orientale, dal Medio
Oriente e dall'India (4400). Presso il Centro di Napoli transitarono 12 150
ex-prigionieri provenienti dalla Francia (4a Armata) con circa 1000 redu-
ci, dall'Inghilterra con 1700, dagli Stati Uniti con 150 e dal Nord Africa
(in mani inglesi) con 5300. In un secondo periodo, che va da febbraio
ad aprile, transitarono dai Centri pugliesi 22 800 ex-militari provenienti
dalla Grecia e dalla Balcania (15 600), e dal Centro alloggio di Napoli 3900
reduci provenienti dalla Francia (4a Armata) con circa 1000 rimpatriati,
dall'Inghilterra con 600 e dal Nord Africa (in mani inglesi) con 2300 pri-
gionieri. In queste prime due fasi le attività di assistenza e di rimpatrio
furono assai modeste, e ciò era dovuto al fatto che la guerra era ancora
in corso e che, d'altra parte, le decisioni di liberazione dei prigionieri di
guerra in mano alleata non erano state ancora prese a destinazione di co-
loro i quali non erano rientrati, quali ammalati o invalidi, nelle categorie
dei primi rimpatriati. Si trattava, secondo i suggerimenti del Comitato In-
ternazionale della Croce Rossa dell'agosto 1943, di rimpatriare in primo
luogo quei prigionieri le cui condizioni mentali e psichiche sembravano
essere seriamente compromesse da una lunga prigionia con precedenza
alle classi anziane e agli ammalati. Con la liberazione dell'intero territorio
nazionale (25 aprile 1945), e soprattutto con la fine della guerra in Euro-
pa (9 maggio 1945), le incombenze dell'Ufficio si allargarono, specialmente
per quanto riguardava il ritorno degli IMI dalla Germania, in quanto era
automatico il loro rimpatrio, non appena occupato il territorio tedesco.
Per i veri 'prigionieri di guerra' cioè per i militari italiani in mano
alleata, dispersi per il mondo, la decisione di rimpatrio non apparve per
niente automatica e quindi la loro fase di rientro dovette sottostare a deci-
sioni politiche generali lente e ad incertezze varie che procrastinarono il
loro totale rimpatrio fino alla metà del 1947. Un primo avvio al rimpa-
trio si ebbe per quanto attiene alle due categorie con la fase maggio-
settembre che appare dominata da un'elevata percentuale di IMI: nei vari
Centri dell'Italia settentrionale e centrale furono accolti, in quel periodo,
404 500 ex-internati provenienti dalla Germania e dalla Svizzera; dalla Fran-
cia, quali ex-cooperatori, 13 700 ex-militari e 7100 ex-prigionieri della 4a
Armata. Un totale quindi di 425 300 al quale va ad aggiungersi la cifra
di 88 100 transitati dai Centri alloggio dell'Italia meridionale e cioè dalla
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