Page 363 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL RITORNO DEI PRIGIONIERI DI GUERRA 355
dimessi dai campi di concentramento, qualora avessero firmato sponta-
neamente, un'apposita dichiarazione che li vincolava fino al termine della
guerra. Anche questa offerta di collaborazione con i tedeschi venne respinta
dalla maggioranza degli internati e, proprio dopo tali rifiuti di massa, nu-
merosi internati furono costretti a firmare tale dichiarazione coattivamen-
te e con minacce di rappresaglie e di percosse ovvero, taluni furono passati
d'autorità nei ranghi dei 'liberi lavoratori', anche senza una formale ade-
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sione e firma coatta o spontanea della relativa dichiarazione. < >
Il rifiuto di adesione, nel caso dell'arruolamento tra i militari della
R.S.I. come in quello di trasformazione in 'liberi lavoratori' da parte degli
internati, doveva segnare la prosecuzione dell'internamento degli IMI. Per
costoro soltanto la fine delle ostilità in Italia e la fine della guerra in Euro-
pa dovevano segnare la svolta liberatoria in modo quasi automatico. Gli
sviluppi della guerra, con la resa della Germania e la conseguente occupa-
zione alleata, portarono al rientro degli IMI dai campi di detenzione con
l'unico ritardo dovuto alla congestione delle operazioni che, sul territorio
tedesco, stavano svolgendosi riguardo all'intero gruppo dei deportati e dei
prigionieri di guerra di tutte le nazioni razziati dai tedeschi. Proprio per
gestire con efficacia questa attività uno speciale Ufficio Autonomo Reduci da
prigionia di guerra e Rimpatriati, venne creato poco dopo la liberazione di
Roma con il Decreto ministeriale del 9 novembre 1944, n. 4300, che de-
cise il da farsi per allestire nell'Italia meridionale prima, e quindi, dopo
la liberazione, anche nell'Italia del Nord, una serie di Centri alloggio, ospe-
dali e convalescenziari allo scopo di assistere questi ex-militari rimpatria-
ti. Fino al termine delle operazioni militari in Europa questa attività si
svolse ad esclusivo beneficio di quei pochi prigionieri di guerra in mano
alleata che venivano rimpatriati per vari motivi, specie per causa di ma-
lattia. In questo quadro della sua attività iniziale, l'Ufficio Autonomo, con
l'ausilio della C.R.I, dello S.M.O.M. (Sovrano Militare Ordine di Malta),
della Pontificia Commissione Assistenza e della ltalian Prisoners of W ar Di-
vision, dipendente dalla Commissione alleata, preparò uno speciale pro-
getto organico dei rimpatri che, il 27 dicembre 1944, venne sottoposto
(2) Stato Maggiore Generale, Ufficio T, Ispettorato Censura Militare, Relazione sulle ri-
sultanze dell'esame della corrispondenza dei prigionieri di guerra e internati civili in Germa-
nia, Relazione n. l e n. 2 (segreto), 10 febbraio e 3 giugno 1945. Nel secondo fascicolo,
a p. 14 vedansi i molti documenti su questa firma forzosa e sulle violenze inflitte
per firmare passaggio a 'civile lavoratore' senza dichiarazione.
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