Page 371 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL  RITORNO  DEI  PRIGIONIERI  DI  GUERRA                         363

               sviluppi politici degli Stati di accoglienza. Il caso italiano non solo si  pre-
               senta difficile a causa della mancata attenzione degli storici ma si compli-
               ca ulteriormente per la difficoltà di reperire molti documenti negli archivi
               che spesso hanno subìto le devastazioni del crollo di un regime e della guerra
               combattuta sul suolo  italiano.  È stato già  notato a  proposito della  storia
               dei  'bimbi italiani di Libia' che la  fonte principale era scomparsa poiché
               responsabile del  rimpatrio di questi giovani era  il  Partito Nazionale Fa-
               scista del quale gli archivi sono andati dispersi a partire da125 luglio 1943.
               E solo di recente alcuni reduci da questa tragica esperienza hanno tentato
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               in un convegno di gettare le  prime iniziative per storicizzare la vicenda.0 l
               Anche qui le  testimonianze che cominciano ad essere note,  sono preziose
               per rifare quello che si può certamente chiamare il 'calvario' di questi bimbi
               portati in Italia per motivi umanitari e dimenticati nelle varie colonie estive
               delle organizzazioni giovanili fasciste.  Sulla quantità le fonti mancano per
               poter citare un dato inoppugnabile: da una parte si cita la cifra di  13 mila
               e dall'altra, alla fine della guerra, un documento ufficiale ci parla di 9 mi-
               la.  (13)  Certamente la  differenza  non è data  dalle  perdite  dovute  ai  bom-
               bardamenti  o  alle  morti,  bensì  al  recupero  da  parte  di  parenti  magari
               lontani, di questi bimbi che quindi diminuiscono di numero allorquando
               le  si  consideri  come  di  ambito  e  dipendenza  ufficiale.
                    Un secondo episodio, in piena guerra è stato ricordato anche di  re-
               cente  ed  è il  rimpatrio  di  italiani  dall'Africa  Orientale  Italiana  di  circa
               50 mila  italiani attraverso le  cosiddette  "navi bianche"  e ciò  per motivi
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               umanitari che i belligeranti tutti accettarono.0 l  La  stessa qualità dei  rim-
               patriati  che  erano  donne,  bambini,  inabili,  infermi  ed  ultrasessantenni,
               tutti già ospiti nei campi di concentramento inglesi dell'Africa Orientale,
               implicava per le autorità della Madrepatria delle attenzioni che, in un pri-
               mo momento, furono dal regime fascista  previste,  ma che,  con il passare



               (12)  Si deve citare la  conferenza del giugno  1995 dell'Associazione Italiana Rimpatriati
                    dalla Libia, la  quale attraverso la sua rivista  "Italiani d'Africa" ha riunito studiosi
                   e reduci, ormai cresciuti, ex-bimbi italiani di Libia, già rimpatriati nel maggio 1940,
                   e  dispersi  in  Italia  nelle  varie  colonie  estive  della  G.I.L.
               (13)  G. Maria Arnese,  I ragazzi della  Quarta Sponda,  Milano, Nuovi Autori,  1990, p. 5;
                   e Felice Barbieri, Il grande trasloco sulla Quarta Sponda,  Firenze, Giunti,  1992, p.  191.
                    Il documento ufficiale è Ministero dell'Africa Italiana, Gabinetto, Relazione sull'atti-
                    vità  del  Ministero  al  15  ottobre  1945,  Roma,  ed.  riservata,  1945,  p.  4.
               (14)  Si  veda  di  Maria  Gabriella  Pasqualini,  "Il rimpatrio  degli  italiani  dall'A.O.I.:  le
                    <<Navi bianche»", in L 'Italia in guerra.  Il terzo anno  1942, Roma, Commissione Ita-
                    liana  di  Storia  Militare,  1993,  p.  155  e  sg.









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