Page 382 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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o di distruzione, assieme alla precisa coscienza dei problemi che si sareb-
bero affacciati alla fine delle ostilità, spinsero il CLNAI a costituire una
Commissione Centrale Economica alla quale vennero chiamati: C. Merza-
gora, D. Boffino, M. Ferrari Aggradi, A. Saraceno, L. Salvadio, (in segui-
to sostituito dall'economista A. Pesenti).
Dopo il suo insediamento, avvenuto il 5 febbraio 1945, la Commis-
sione delegò ad un gruppo di studiosi esperti di cose economiche (fra i
quali ricordiamo F. Di Fenizio, L. Lenti, R. Tremelloni, M. Boldrini) il
compito di elaborare documenti atti ad illustrare il "quadro delle risorse"
al fine di "fornire una chiara visione della situazione economica e delle
conseguenti misure da prendere in relazione alle disponibilità e necessità
delle varie regioni" .
La scala delle priorità individuata dagli esperti riguardava il riasset-
to dell'economia nazionale, con particolare riguardo all'occupazione. Si
trattava innanzitutto di superare l'emergenza assicurando la gestione più
razionale possibile delle scarse risorse alimentari e dell'energia elettrica,
di riattivare i trasporti e le comunicazioni telegrafiche e telefoniche e di
ricreare, in seguito, condizioni favorevoli alla stabilizzazione dei diversi
settori produttivi nel contempo favorendo la ricostruzione prima e la ri-
presa economica poi.
Informazioni, dati statistici e proposte sarebbero poi state raccolte
in memorie, diari e relazioni molte delle quali ancora inedite. Basandoci
su questo genere di documenti abbiamo tentato di far luce su alcuni aspetti
della realtà economica di quel fatidico ultimo anno di guerra e primo di
pace.
Le condizioni economiche
Nei primi mesi del '45 le maggiori preoccupazioni degli esperti e le
riflessioni più impegnate riguardavano la questione del valore della lira,
completamente sfuggito di mano alle autorità monetarie. Negli ultimi
tre anni di guerra il disavanzo statale aveva raggiunto i 475 miliardi (con-
tro i 136 del periodo 19 39-1942) ed era stato quasi esclusivamente finan-
ziato da crediti della Banca d'Italia, che aveva quasi quintuplicato la moneta
cartacea circolante sul territorio italiano. Alle banconote emesse dalla
banca centrale al Nord e nel centro-sud si aggiungevano gli assegni a ta-
glio fisso emessi dalle maggiori banche, utilizzati come moneta divisionale
per fronteggiare la cronica scarsità di circolante, per non dire delle monete
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