Page 386 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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              dorme su materassi  di  biglietti.  È cresciuto  enormemente  il  numero dei
              barbieri, dei dolcieri,  delle donne girovaghe e dei contrabbandieri. Sono
              numerosi anche i fabbricanti di biglietti falsi, specialmente am-lire logore,
              principalmente quelle quadrate da  l  a  10 lire, le quali sono assai difficili
              da contare ... I prezzi delle uova sono stati quest'inverno di 40 lire, il vino
              sulle  30-35  e  l'olio  sulle  180-200  lire  allitro".m

                   Al  Nord,  invece,  lo  stretto  controllo  esercitato  dalle  strutture  mu-
              nicipali sulla distribuzione dei generi di prima necessità sottoposti a tes-
              seramento  otteneva  un  qualche  successo  nel  tenere  a  freno  le  tensioni
              inflazionistiche  nonostante un maggiore  ritmo,  rispetto al  Sud,  di  incre-
              mento della massa di circolante, posto che la carta moneta emessa per pa-
              gare  le  indennità  di  guerra  alla  Germania  concorreva  per  il  75%  al
              disavanzo globale degli  ultimi due esercizi.  Secondo  Di Fenizio,  i prezzi
              pagati  nell'Italia  settentrionale  erano  mediamente  del  25-30%  inferiori
              a  quelli  praticati  nel  Mezzogiorno.
                   La capillare organizzazione militare del CLNAI e le informazioni rac-
              colte  dalla  Commissione  Centrale  Economica  consentirono  di  program-
              mare, anche sul piano economico,  la liberazione del territorio occupato.
              La circolare diffusa dalla Commissione il  16 aprile 1945 chiedeva ai citta-
              dini di  accantonare tutte le  scorte alimentari disponibili;  agli  industriali
              e ai commercianti di salvaguardare e di occultare macchinari, materie prime
              e mezzi  di trasporto; agli  istituti di  credito di tutelare la  liquidità a loro
              disposizione impedendo furti e saccheggi; alla popolazione di fare "inten-
              sa  ed  efficace  opera di  conservazione,  protezione e  difesa  per  stroncare
              la  minaccia  di  distruzione che  su  tutti  indistintamente incombe".  Rian-
              dando  con  la  memoria  a  quei giorni,  Mario  Ferrari  Aggradi  osservava:
              "Al momento della rivolta le formazioni partigiane presero possesso delle
              città e delle province.  Negli stabilimenti non  ci  fu  posto per i guastatori
              tedeschi. Il patrimonio economico fu  per intero salvato ed il lavoro potè
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              essere  ripreso  normalmente" .<>
                   La rapida ed efficace azione delle formazioni partigiane in alta Italia
              e la  contemporanea caduta della  Germania  consentirono in effetti  di  ri-
              durre al minimo i danni alle strutture produttive impedendo anche le pa-
              ventate emissioni di grandi quantitativi di moneta da parte dei Tedeschi;


              (7)  L  Einaudi,  Diario 1945-1947,  Roma,  1993,  p.  185  e  194.
              (8)  M. Ferrari·Aggradi,  La svolta  economica della  resistenza,  Bologna,  1975,  p.  58.








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