Page 388 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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alcuni tecnici, avrebbe posto un efficace freno all'inflazione e, secondo al-
cuni politici, rappresentava una misura di equità fiscale, tanto più effica-
ce se fosse stata collegata con una imposta patrimoniale. Il cambio della
moneta avrebbe nel contempo permesso di misurare l'entità dei patrimo-
ni mobiliari, altrimenti indeterminabile, nel medesimo tempo, avrebbe col-
pito i profitti di guerra e di regime.
In un primo momento, gli alti quadri del CLNAI si erano concorde-
mente dichiarati favorevoli all'operazione, tanto che erano state allacciate
trattative con le autorità americane per procedere ad una stampigliatura
delle banconote negli USA. L'ipotesi risultò ben presto impraticabile e,
nelle more di una interminabile discussione attorno ai criteri da adottare
per effettuare il cambio, finirono per avere la meglio le tesi di Luigi Ei-
naudi, di Epicarmo Corbino e di altri economisti liberali che non vedeva-
no di buon occhio una siffatta operazione. Una scelta questa che, a quanto
è dato di capire, alla fine venne condivisa anche dagli uomini della sini-
stra chiamati a far parte del gabinetto di governo.
Scriveva Luigi Einaudi nel suo diario il 16 gennaio 1947 riportando
le parole del comunista Scoccimarro, che in passato era stato fra i più strenui
sostenitori della tesi opposta: "il cambio dei biglietti (di banca), che nel
1945 aveva ragion d'essere per i borsari neri, riduzione della circolazio-
ne, perequazione al Nord, ecc., ecc., ora ha perso importanza. Anche la
stampigliatura non va". Commentando queste espressioni l'economista di
Dogliani osservava: "Vedo con piacere che studiando da sé, (Scoccimar-
ro) giunge alle stesse conclusioni dei nostri memoriali dell'agosto e set-
tembre 1945. Ma allora noi eravamo dei sabotatori".(lO)
A distanza di qualche giorno dal fatidico 25 aprile, Ferdinando Di
Fenizio, offrendo al governatore della Banca d'Italia un quadro della si-
tuazione economica del Settentrione, poteva scrivere orgogliosamente: " .. .il
sistema monetario e bancario funziona in modo perfetto. Biglietti riflui-
scono alle grandi banche in seguito al discorso di Merzagora e pare che
le disponibilità liquide dei grandi istituti di credito e della Banca d'Italia
non siano inferiori oggi a 3 miliardi ... Il commercio non desidera che una
cosa sola: che si proceda quanto più rapidamente possibile a togliere ogni
vincolo sui prezzi, meta naturalmente irraggiungibile in questo momento.
(10) Cit. in S. Ricossa, Introduzione, in S. Ricossa-E. Tuccimei, La Banca d'Italia e il risa-
namento post bellico 1945-1948, Bari-Roma, 1992, p. 38 nota 82 .
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