Page 428 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                   Nel marzo 1946, negli esatti termini fissati dalla direttiva alleata che
              rappresentava lo  statuto del nascente Esercito di Transizione, la  fisiono-
              mia di questo cominciava già a delinearsi chiaramente nelle sue varie com-
              ponenti. A partire da quello stesso mese di marzo lo SME poteva diramare
              la prima pubblicazione del dopoguerra relativa alla nuova struttura della
              Forza Armata, che risultava articolata su un'organizzazione operativa com-
              prendente  5 Divisioni di Fanteria,  3 Divisioni di sicurezza interna e  10
              reggimenti di  Fanteria non indivisionati (di  cui  3 Alpini);  un'organizza-
              zione territoriale 11  C.M.T.R., reparti ed Enti vari; un'organizzazione ad-
              destrativa  basata  sull'Accademia Militare di  Lecce,  un  Comando Scuole
              Centrali Militari di Cesano, la Scuola di Applicazione di Sanità di Firen-
              ze,  lO Scuole delle Varie Armi e Servizi,  11  C.A.R. ed un Istituto Geogra-
              fico  Militare; ed infine un'organizzazione logistica per cui, nell'ambito di
              ogni C.M.T.R., erano in funzione gli organi direttivi ed esecutivi dei Ser-
              vizi di Sanità, Commissariato, Artiglieria, Genio, Ippico e Veterinario, della
              Motorizzazione  e  dei  Trasporti.

                   L'Arma dei Carabinieri, da parte sua, aveva ormai raggiunto un as-
              setto organico pressoché definitivo che comprendeva un Comando Gene-
              rale,  una scuola,  3  Divisioni,  6  Brigate,  20 Legioni  ed  l  Legione allievi.
                   Alle  dipendenze degli  Alleati  rimanevano ancora  l  Divisione Ausi-
              liaria,  6  Raggruppamenti  e  2  Gruppi/Battaglioni.
                   Gli ampliamenti ed i miglioramenti che l'Esercito di Transizione avreb-
              be potuto successivamente registrare erano cadenzati dal tipo e dalla quan-
              tità degli armamenti che gli Alleati di volta in volta cedevano al Governo
              italiano. Tuttavia, già nell'ottobre 1946 importanti modifiche all'ordina-
              mento di partenza erano state realizzate; in  particolare le  3 Divisioni di
              Sicurezza  Interna si  erano trasformate  in  altrettante Brigate  di  Fanteria
              (Aosta, Reggio e Calabria) e l'Arma di Cavalleria riprendeva a vivere con
              la  costituzione  di  5  Gruppi  Esploranti  Divisionali  (GED).
                   1131 gennaio  1947, nell'imminenza della firma del Trattato di Pace
              (10 febbraio), l'Esercito di Transizione poteva dirsi ormai completato. Men-
              tre erano stati di minima entità i mutamenti introdotti nelle organizzazio-
              ni  territoriale ed addestrativa,  di  rilevante  importanza erano stati  quelli
              volti ad elevare l'efficienza operativa delle 5 Divisioni di fanteria. Ciascu-
              na di esse, infatti, anche se rimasta binaria, poteva avvalersi di una poten-
              za  di fuoco  e di una disponibilità di mezzi  del genio e delle  trasmissioni
              che  non  avevano  precedenti.








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