Page 426 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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                   Più complesso, comunque appariva il problema relativo al nucleo cen-
              trale delle Forze Armate,  rappresentato da quei reparti che avevano effi-
              cacemente combattuto al  fianco  degli  Alleati,  in particolare i Gruppi di
              Combattimento  e  le  Unità  addette  alla  Sicurezza  Interna.
                   In particolare il'Gen. Browning, capo della M.M.I.A. (Military Mis-
              sion of the ltalian Army), era dell'avviso che, fatte salve le clausole inserite
              nel  futuro  Trattato di  Pace,  l'Esercito  italiano  dovesse  rispondere a  due
                                                          "
              requisiti precisi: essere grande ed efficiente quanto bastava per la difesa
              delle frontiere ed il  mantenimento dell'ordine pubblico e,  nel contempo,
              essere limitato e sottoposto al controllo, ma in grado di venire potenziato
              e di schierarsi, se richiesto, a fianco delle truppe alleate in una guerra futura.
                   Ciò implicava un esercito di forza  numericamente limitata di milita-
              ri  a lunga ferma  per ovviare al  pericolo che,  soltanto con un esercito di
              leva,  l'Italia potesse disporre di  una consistente aliquota di  riserve  facil-
              mente  mobilitabili.
                   Le truppe italiane dell'Esercito di Liberazione erano, alla fine del con-
              flitto,  ripartite in tre categorie a seconda della dipendenza e dell'impiego
              e  consistevano  in  ITI-ITI  (66 591  u.  Carabinieri esclusi)  su  3  Divisioni
              di Sicurezza Interna e truppe di Comandi ed Enti Interni, BR-ITI (162 756
              u.)  ripartite in  5 Gruppi di  Combattimento e 5 Divisioni Amministrati-
              ve, US-ITI (92 079 u.) suddivisi in  l  Comando equivalente al Corpo d'Ar-
              mata e  2  Divisioni  Amministrative.
                   Un complesso di circa 320 000 uomini, 180 000 dei quali da inviare
              in congedo e tra questi 43 000 appartenenti a classi anteriori al  1914. In
              proposito, la M.M.I.A.  autorizzava il congedamento del  1°  quadrimestre
              della  classe  1914 e  di  quelle  più anziane soltanto  un mese  dopo la  fine
              delle ostilità, mentre continuava a vietare che fossero congedati, senza pre-
              ventiva sostituzione, i militari inquadrati nelle Divisioni Amministrative
              alle dipendenze degli Alleati e che fossero d'altra parte chiamate alle armi
              nuove  leve.
                   La  predetta  sostituzione  preventiva  era  perciò  possibile  solo  utiliz-
              zando truppe del tipo ITI-ITI, cioè quelle destinate alla sicurezza interna.
                   La  smobilitazione degli aventi diritto al congedo poteva quindi rea-
              lizzarsi  in  successione  di  tempo,  cioè  a  mano  a  mano  che  si  procedeva
              all'autorizzato scioglimento delle Divisioni Amministrative inquadrate nelle
              BR-ITI e US-ITI. Alla fine dell945 i 200 000 ausiliari erano calati a 20 000
              unità.









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